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Nazioni e fazioni: la frammentazione della compagnia gesuitica nel Brasile coloniale 781
Se inquadrata nel suo contesto, questa rivendicazione appare em-
blematica. Con essa, infatti, Andreoni faceva riferimento a un prece-
dente «avviso» inviatogli da Lisbona da parte del confratello Miguel
Cardoso, relativo al malumore provocato in alcuni ambienti vicini al
re Giovanni V a causa di «varie lettere» che, giunte da oltreoceano,
avevano rivelato come il gesuita toscano in Brasile avesse continuato
a ricoprire ruoli di rilievo, nonostante i provvedimenti esistenti contro
i gesuiti stranieri. Dai toni di tale «avviso» trapelava preoccupazione,
soprattutto per il fatto che Giovanni V si fosse prontamente rivolto al
preposito generale Tamburini affinché «nei suoi regni» non fosse più
nominato alcun gesuita «straniero» come «superiore» . Affermando
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però di essere considerato portoghese, e rivelando di aver potuto con-
tare sul sostegno di vari personaggi vicini al precedente re Pietro II,
Andreoni continuava a ribadire la legittimità della propria ascesa
all’interno della Provincia brasiliana, difendendo dinanzi allo stesso
Tamburini le prerogative di cui fin lì aveva goduto.
Non tutto, ad ogni modo, per il gesuita toscano filò liscio. L'«avviso»
inviatogli da Miguel Cardoso sul malcontento di Giovanni V e di parte
della sua corte recava la data 17 marzo 1711, coincidente con quella
in cui, proprio a Lisbona, il Consiglio Ultramarino aveva chiesto allo
stesso re di bloccare la diffusione di un libro fresco di stampa, pubbli-
cato «col nome supposto e col titolo di Cultura e Opulencia do Brasil».
Il sovrano aveva esaudito subito la richiesta, facendo ordinare il se-
questro e la distruzione delle copie già circolanti (ne sono sopravvissuti
solo sette esemplari, a quanto consta ). Si trattava di un manuale di
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economia coloniale, dedicato alle principali attività del Brasile, ossia
la coltivazione del tabacco, l'estrazione mineraria di oro e argento, l'al-
levamento del bestiame da cuoio e, soprattutto, la produzione dello
zucchero .
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Autore di questo libro era stato proprio Andreoni, che però nel fron-
tespizio aveva dissimulato la sua identità per mezzo di uno pseudo-
nimo plausibilmente portoghese, quello di André João Antonil, senza
svelare niente della propria appartenenza religiosa. Non lo aveva fatto
per evitare l'intervento, certamente previsto, del tribunale titolare del
controllo preventivo sulle pubblicazioni di argomento laico, il Desem-
bargo do Paço di Lisbona, le cui funzioni censorie, proprio alcuni anni
68 Ibidem.
69 Conservati alla Biblioteca Nacional di Rio de Janeiro (due esemplari), alla biblio-
teca della Facoltà di Diritto dell’Università di San Paolo, alla John Carter Brown Library
negli Stati Uniti, alla British Library di Londra, alla Biblioteca Nacional de Portugal a
Lisbona e alla Bibliothèque Nationale de France a Parigi.
70 Cfr. M. Giuli, L'opulenza del Brasile coloniale cit., pp. 23-40, 169-191 (anche per
le successive considerazioni sulle vicende editoriali dell'opera).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)