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782 Matteo Giuli
prima, erano state ampliate dal re Pietro II fino a comprendere le opere
stampate in tutte le colonie lusitane. È vero che Andreoni aveva criti-
cato tale provvedimento, ma in linea di principio l'intervento del De-
sembargo do Paço non lo aveva preoccupato .
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Semmai, presumibilmente, aveva scelto di firmarsi con uno pseu-
donimo per evitare la censura interna al suo stesso ordine, dove con-
tinuava ad avere molti avversari, come espresso in una lettera di tre
anni prima al preposito generale Tamburini, in cui aveva evidenziato
che i gesuiti italiani, per «non essere ben trattati» in Brasile, erano
spesso spinti a chiedere di farsi trasferire altrove, di preferenza verso
le missioni dell'India . Con l'espediente del nome fittizio, Andreoni era
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dunque riuscito a schivare il controllo censorio della propria compa-
gnia, pure esso rafforzato da una decisione con cui da Roma si era
stabilito che i libri dei gesuiti in Brasile dovessero essere sottoposti
alla revisione del padre provinciale del Portogallo, ritenuto più adatto
a individuarvi la presenza di elementi inappropriati o pericolosi per gli
interessi della corte di Lisbona .
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Il religioso toscano, d'altronde, non doveva ignorare le vicende che
nel 1663 avevano riguardato il confratello Simão de Vasconcelos e la
sua Chronica da Companhia de Jesus do Estado do Brasil, la cui parte
iniziale – un lungo e iperbolico preambolo sulla «probabile» localizza-
zione del paradiso terrestre in Brasile – fu parzialmente censurata per
volere di Giacinto de Magistris, di cui proprio Vasconcelos, come detto,
era uno dei principali rivali, tanto da distinguersi nella successiva «gia-
cintata» . Anche in quel caso si era trattato di un episodio molto in-
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tricato, in cui i contrasti interni alla Provincia e nei rapporti tra
quest’ultima e la Curia Generalizia si erano mescolati alla politica
adottata dalla corte di Lisbona per limitare la circolazione delle infor-
mazioni sul Brasile e sulle sue risorse naturali .
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Tuttavia, nonostante fosse riuscito a evitare la censura interna del
suo ordine e anche ad ottenere il parere favorevole del Desembargo do
Paço, Andreoni non aveva fatto i conti col successivo intervento del
Consiglio Ultramarino, preoccupato appunto per il mantenimento dei
segreti coloniali. Tale istituzione aveva infatti evidenziato i rischi con-
nessi alla pubblicazione di Cultura e Opulencia do Brasil, che descri-
veva «molto distintamente tutti i cammini esistenti verso le miniere
dell’oro» e ne segnalava altre che stavano «per essere scoperte o per
71 Arsi, Brasiliae, n. 3(II), cc. 345r-346v.
72 Ivi, n. 4, cc. 143r-148v.
73 Cfr. S. Leite, História da Companhia de Jesus no Brasil cit., VII, pp. 112-113.
74 Arsi, Brasiliae, n. 3(II) cc. 14r, 30r.
75 C.Z. Camenietzki, O Paraíso Proibido cit., pp. 109-132.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)