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                Provincia ; lo stesso si può dire per le istruzioni affidate da Giovanni
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                Paolo Oliva a Giacinto de Magistris per il suo incarico di visitatore ge-
                nerale del Brasile .
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                   In questo contesto, dunque, le fonti prodotte, di per sé anche stru-
                mentali e tendenziose, non possono essere interpretate come l'esito
                scontato  di  un  processo  neutrale  di  descrizione  dell’esistente,  ma
                come elementi dalla funzione performativa, costruiti per intervenire
                sull'esistente e condizionarne le vicende (in questo caso, quelle rela-
                tive alle divisioni fazionarie in corso e ai loro obiettivi). E così l’agget-
                tivo collericus, registrato con frequenza nei cataloghi relativi ai gesuiti
                del Brasile, non rispecchiava necessariamente la realtà – e cioè la
                presenza, pur talora comprovata, di diversi padri con «notevoli difetti
                caratteriali» e dai comportamenti «imbarazzanti»  –, ma più specifi-
                                                                92
                camente, se calato nelle vicende locali di quella Provincia, era utile a
                una certa rappresentazione, più o meno strumentale, della realtà. Lo
                si capisce ancor meglio tenendo a mente la posta in palio dello scon-
                tro, relativa al controllo dell'intera politica missionaria condotta dai
                gesuiti in Brasile, che nella contrapposizione tra Andreoni e Vieira
                sfociò addirittura in una diversa idea di configurazione territoriale di
                quella  colonia  e  di  costruzione  della  sua  identità  sociale,  basata
                sull'agricoltura schiavile degli engenhos di zucchero, per il gesuita
                toscano, e sul sistema educativo degli aldeamentos a protezione degli
                indigeni, per il collega portoghese.
                   Scontri fazionari, dunque, raccontati come tali e definiti da ele-
                menti distintivi come quelli della provenienza geografica (nascita e
                formazione all'interno dell'ordine ignaziano) e dell’appartenenza na-
                zionale: gesuiti giunti dal Portogallo; gesuiti nati e formatisi in Bra-
                sile; gesuiti stranieri, cioè europei non portoghesi (soprattutto ita-
                liani). In generale si trattava di schieramenti ben delineati, ma al
                contempo fluidi e intercambiabili. A tal proposito, giova ricordare la
                posizione di José da Costa e Simão de Vasconcelos, due tra i più
                agguerriti avversari di Giacinto de Magistris e della sua politica fa-
                vorevole ai gesuiti portoghesi: il primo, infatti, era nativo della Sici-
                lia e dunque italiano in quanto a provenienza geografica, proprio
                come de Magistris; il secondo era nato in Portogallo, ma poi dive-
                nuto gesuita in Brasile e quindi favorevole ai confratelli «figli della
                terra». Lo stesso vale per la principale figura della fazione degli ale-
                xandristas, Alexandre de Gusmão, che, nato in Portogallo e forma-
                tosi in Brasile, ostacolò a più riprese il connazionale António Vieira


                   90  Arsi, Brasiliae, n. 3(II), cc. 258r-259v, 294r-299v.
                   91  Arsi, Fondo gesuitico, n. 627, cc. 243r-247v.
                   92  Cfr. S. Pavone, I gesuiti dalle origini alla soppressione cit., p. 77.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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