Page 262 - 1
P. 262
788 Matteo Giuli
Provincia ; lo stesso si può dire per le istruzioni affidate da Giovanni
90
Paolo Oliva a Giacinto de Magistris per il suo incarico di visitatore ge-
nerale del Brasile .
91
In questo contesto, dunque, le fonti prodotte, di per sé anche stru-
mentali e tendenziose, non possono essere interpretate come l'esito
scontato di un processo neutrale di descrizione dell’esistente, ma
come elementi dalla funzione performativa, costruiti per intervenire
sull'esistente e condizionarne le vicende (in questo caso, quelle rela-
tive alle divisioni fazionarie in corso e ai loro obiettivi). E così l’agget-
tivo collericus, registrato con frequenza nei cataloghi relativi ai gesuiti
del Brasile, non rispecchiava necessariamente la realtà – e cioè la
presenza, pur talora comprovata, di diversi padri con «notevoli difetti
caratteriali» e dai comportamenti «imbarazzanti» –, ma più specifi-
92
camente, se calato nelle vicende locali di quella Provincia, era utile a
una certa rappresentazione, più o meno strumentale, della realtà. Lo
si capisce ancor meglio tenendo a mente la posta in palio dello scon-
tro, relativa al controllo dell'intera politica missionaria condotta dai
gesuiti in Brasile, che nella contrapposizione tra Andreoni e Vieira
sfociò addirittura in una diversa idea di configurazione territoriale di
quella colonia e di costruzione della sua identità sociale, basata
sull'agricoltura schiavile degli engenhos di zucchero, per il gesuita
toscano, e sul sistema educativo degli aldeamentos a protezione degli
indigeni, per il collega portoghese.
Scontri fazionari, dunque, raccontati come tali e definiti da ele-
menti distintivi come quelli della provenienza geografica (nascita e
formazione all'interno dell'ordine ignaziano) e dell’appartenenza na-
zionale: gesuiti giunti dal Portogallo; gesuiti nati e formatisi in Bra-
sile; gesuiti stranieri, cioè europei non portoghesi (soprattutto ita-
liani). In generale si trattava di schieramenti ben delineati, ma al
contempo fluidi e intercambiabili. A tal proposito, giova ricordare la
posizione di José da Costa e Simão de Vasconcelos, due tra i più
agguerriti avversari di Giacinto de Magistris e della sua politica fa-
vorevole ai gesuiti portoghesi: il primo, infatti, era nativo della Sici-
lia e dunque italiano in quanto a provenienza geografica, proprio
come de Magistris; il secondo era nato in Portogallo, ma poi dive-
nuto gesuita in Brasile e quindi favorevole ai confratelli «figli della
terra». Lo stesso vale per la principale figura della fazione degli ale-
xandristas, Alexandre de Gusmão, che, nato in Portogallo e forma-
tosi in Brasile, ostacolò a più riprese il connazionale António Vieira
90 Arsi, Brasiliae, n. 3(II), cc. 258r-259v, 294r-299v.
91 Arsi, Fondo gesuitico, n. 627, cc. 243r-247v.
92 Cfr. S. Pavone, I gesuiti dalle origini alla soppressione cit., p. 77.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)