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792 Francesca Canale Cama
1. Il fascismo e la centralità del Mediterraneo: un problema politico
e culturale
Segnate da elementi di profonda conflittualità, ai quali non rimane
estraneo un ritorno in termini radicali della diversità religiosa, le vi-
cende dello spazio mediterraneo hanno imposto, negli ultimi decenni,
anche una vivace ripresa del dibattito storiografico intorno alla no-
zione di Mediterraneo come oggetto di indagine storica. Nel caso ita-
liano, si può dire che si sia assistito a una nuova stagione di rifles-
sioni che è succeduta a quella che si era sviluppata a cavallo del
passaggio di secolo, visibilmente legata alle prospettive di allarga-
mento dell’Unione Europea e incentrata, se così si può dire, sul pa-
radigma di “euromediterraneità” . Sulla scorta della lunga eredità
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braudeliana la nozione di « euromediterraneo» veniva affrontata non
solo in termini propriamente storici e politici, ma prevalentemente in
una chiave che privilegiava gli aspetti sociali ed economici e ancor
più antropologici e culturali . Ciò facilitava la sottolineatura di ele-
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menti comuni legati agli scambi materiali, alle forme del quotidiano,
alle pratiche concrete di attività come la pesca o la panificazione, utili
ad avvicinare le nozioni di Europa e di Mediterraneo assai più delle
inevitabili contrapposizioni che emergevano dalle vicende propria-
mente storiche.
1 Esemplare la ricostruzione critica della nozione di “euromediterraneo” e del dibat-
tito intorno a essa nelle pagine di G. Galasso, Lezioni mediterranee, Guida, Napoli, 2018.
La discussione di quegli anni matura prevalentemente intorno alle opere di P. Matveje-
vic, soprattutto il suo fortunatissimo, Breviario mediterraneo, Milano, Garzanti, 1996, e
di D. Abulafia, I regni del Mediterraneo occidentale dal 1200 al 1500. La lotta per il do-
minio, Laterza, Bari,1999 e più recentemente, Il Grande Mare. Storia del Mediterraneo,
Mondadori, Milano, 2013, e ancora di P. Horden e N. Purcell, The Corrupting Sea. A
Study of Mediterranean History, Wiley, London, 2000. Tra i titoli più rappresentativi di
autori italiani per quella stagione, a partire dai quattordici volumi della Storia d’Europa
e del Mediterraneo, diretta da Alessandro Barbero, Salerno editrice, Roma, 2006-2017,
si ricordano poi i numerosi lavori di Salvatore Bono, in particolare, Il Mediterraneo da
Lepanto a Barcellona, Morlacchi, Perugia, 2006, nonché il successivo Un altro Mediter-
raneo. Una storia comune tra scontri e integrazioni, Salerno editrice, Roma, 2008, come
pure S. Guarracino, Mediterraneo. Immagini, storie e teorie da Omero a Braudel, Bruno
Mondadori, Milano 2008.
2 Un eccellente modello di questa prospettiva è offerto dal Dictionnaire de la Méditer-
ranée, dirigé par Maryline Crivello, Dionigi Albera, Mohamed Tozy, Arles, Actes Sud,
2016. Sul tema dell’eredità braudeliana negli studi mediterranei, in particolare in Italia,
si veda F. Benigno, Parole nel tempo, Viella, Roma, 2013 dove è ripresa anche la voce di
Id., «Mediterraneo», XXI Secolo, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, Roma, 2012. Dello
stesso Benigno si ricorda il contributo, Il Mediterraneo dopo Braudel, in P. Barcellona,
F. Ciaramelli (a cura di), La frontiera mediterranea. Tradizioni culturali e sviluppo locale,
Dedalo, Bari 2006, pp. 35-48.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)