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                stante» ,  sia  considerando  il  protagonismo  fascista  nel  «Mare  di
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                mezzo» come una pagina nera della storia nazionale, esplicitamente
                contrapposta al processo di costruzione di una Europa unita voluto
                fortemente dalle classi dirigenti e dall’opinione pubblica delle nuova
                Italia democratica e repubblicana. Era, così, inevitabile che il Medi-
                terraneo, relegato a spazio neutro o proiettivo, finisse col non riscuo-
                tere grande interesse nella storiografia italiana, se non come aspetto
                caratterizzante e complementare del processo storico di formazione e
                identità europea .
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                   A questo si deve aggiungere anche un’altra ragione, se vogliamo
                più incisiva in termini di discorso storiografico, ossia quella propen-
                sione della storiografia italiana a riconsiderare l’esperienza culturale
                di gran parte della prima metà del XX secolo attraverso la chiave di
                lettura esclusiva della fascistizzazione degli studi e degli studiosi, che
                fatalmente  si  traduceva  in  uno  svilimento  di  quelle  elaborazioni  e
                produzioni culturali, come, appunto, lo studio dello spazio mediter-
                raneo, ritenute figlie dirette delle politiche di regime. Nell’ambito che
                qui ci interessa vale, invece, la pena notare che i decenni tra le due
                guerre mondiali, furono particolarmente prolifici di studi intorno al
                Mediterraneo. Assunti nel loro complesso essi denunciano un arco
                cronologico ampio e una varietà di interessi di ricerca che sarebbe
                semplificatorio ridurre oggi al puro riflesso della centralità che il Me-
                diterraneo assunse nella politica e nella cultura del regime fascista.
                   Già alla metà degli anni Venti apparvero, infatti, con titoli come
                Italia e Mediterraneo o L’Italia nel Mediterraneo, decine di scritti di
                diverso spessore scientifico che, se sul piano della pubblicistica po-
                tevano essere considerati frutto di un immaginario mediterraneo fa-
                scista  che  cominciava  allora  a  diffondersi ,  non  escludevano  l’am-
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                   6  E. Ivetic, Il Mediterraneo e l’Italia cit., p. 13.
                   7  Il legame è esplicitamente richiamato nell’opera diretta da Alessandro Barbero il
                quale scrive, infatti, nelle pagine di presentazione introduttiva all’intero progetto: «La
                spinta propulsiva dell’Europa si è basata soprattutto nel Nord-Ovest del continente, e
                l’Atlantico vi ha svolto un ruolo preponderante […]; ma quando si cerca di valutare l’in-
                tero corso della nostra storia, dalla comparsa dei primi uomini fino alla globalizzazione,
                appare evidente che non si può comprendere l’Europa senza il Mediterraneo», Storia
                d’Europa e del Mediterraneo cit., vol.I, Dalla preistoria alla storia, p. X.
                   8  Si pensi, a puro titolo esemplificativo, ai lavori di O. Pedrazzi, Il Levante Mediterra-
                neo e l’Italia,  Milano,  Alpes,1925;  G.  De  Luigi,  Il Mediterraneo nella politica europea,
                Jovene, Napoli, 1927; U. Morichini, La civiltà mediterranea, Mondadori, Milano, 1928;
                V. Valacca, L’impero mediterraneo Canella, Roma, 1928; nonché al breve, ma assai rile-
                vante, studio di C. Curcio, La coscienza mediterranea dell’Italia negli scrittori del Risor-
                gimento, Edizioni di sud, Roma, 1927. All’estero compaiono a firma di E. W. Neumann,
                The Mediterranean and its problems, London, Philpot 1927, e di C. Benoist, La question
                méditerranéenne, Éditions Victor Attinger, Paris, 1928, che comunque non sfuggono a



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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