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                spettiva messa recentemente in evidenza da Aurelio Musi di una sto-
                ria globale e “interconnessa” dell’Italia con il Mediterraneo soprat-
                tutto nella lunga durata , lo sfondo storico dell’opera di Volpe rima-
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                neva nel quadro di una proiezione coloniale dell’Italia di stampo na-
                zionalistico con ascendenze risorgimentali, che finiva col rendere il
                mondo mediterraneo una dimensione funzionale al racconto nazio-
                nale . L’opera di Ambrosini era in qualche modo figlia, invece, dalla
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                Grande Guerra perché rispondeva a un’esigenza precisa: quella, cioè,
                di ritornare, attraverso gli strumenti della storia, a riconsiderare l’«in-
                giusto  trattamento»  subito  dall’Italia  nella  «via crucis  per  la  confe-
                renza per la pace», offrendo «un’idea complessiva dell’assetto di que-
                sto mare dal congresso di Berlino a oggi» . Ne scaturiva un racconto
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                attento alle questioni internazionali e ai loro presupposti storici che,
                pur  arrivando  a  mettere  a  fuoco  non  poche  «questioni  mediterra-
                nee» , riduceva lo spazio mediterraneo a un “problema” della diplo-
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                mazia europea, appoggiando un discorso revisionistico (benché an-
                cora di stampo democratico) in funzione della possibile espansione
                della Grande Italia all’indomani della prima guerra mondiale.
                   Elemento comune a entrambe le opere, che svelava quanto l’in-
                tenzione fosse appunto la ricerca delle immediate radici del proble-
                matico  presente,  era  l’arco  cronologico  delle  due  narrazioni  che  si
                manteneva  nell’ambito  dei  cinquanta  anni  che  avevano  preceduto
                l’ascesa del fascismo. Per il Mediterraneo, questo equivaleva a pren-
                dere  le  mosse  dal  Congresso  di  Berlino,  data  periodizzante  nel


                   11  Interessante lo spunto offerto da Musi, a giudizio del quale le diverse visioni della
                storia d’Italia corrisposero anche «modi diversi di guardare al rapporto tra Italia e Medi-
                terraneo». Nel caso di Volpe, ad esempio, non andrebbe sottovalutato il tema dell’appar-
                tenenza  dell’Italia  al  «Mediterraneo  d’Occidente»  come  cifra  profondamente  condizio-
                nante della sua idea di «nazione in cammino»: Cfr. A. Musi, Il mondo mediterraneo nelle
                Storie d’Italia del periodo fascista, in G. D’Argenio (a cura di), Novecento Mediterraneo,
                Guida editori, Napoli, 2019.
                   12  È opportuno notare che, parallelamente a un crescente interesse per il Mediter-
                raneo come oggetto storico, gli anni tra il 1925 ed il 1938 videro anche un proliferare
                delle  storie  d’Italia  con  differenti  periodizzazioni  e  concettualizzazioni,  funzionali  a
                diverse visioni teleologiche. Cfr. su questi temi l’informato volume di A. Musi, Storie
                d’Italia, Morcelliana, Brescia, 2018 e anche M. Angelini, Fare storia. Cultura e pratica
                della ricerca in Italia da Gioacchino Volpe a Federico Chabod, Carocci, Roma, 2012.
                Alcune interessanti considerazioni si trovano anche in M. Angelini, Federico Chabod,
                in C. Fumian, Attraverso le età della storia. Le lezioni dei grandi maestri, Franco An-
                geli, Milano 2021.
                   13  G. Ambrosini, L’Italia nel Mediterraneo, Franco Campitelli editore., Foligno, 1927,
                p.VII.
                   14  Di particolare interesse il tema dei diritti dell’Italia nella spartizione dei mandati
                e l’ampia trattazione del problema della custodia dei Luoghi Santi a Gerusalemme. Cfr.
                Ivi, capp. VI-VIII.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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