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796 Francesca Canale Cama
spettiva messa recentemente in evidenza da Aurelio Musi di una sto-
ria globale e “interconnessa” dell’Italia con il Mediterraneo soprat-
tutto nella lunga durata , lo sfondo storico dell’opera di Volpe rima-
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neva nel quadro di una proiezione coloniale dell’Italia di stampo na-
zionalistico con ascendenze risorgimentali, che finiva col rendere il
mondo mediterraneo una dimensione funzionale al racconto nazio-
nale . L’opera di Ambrosini era in qualche modo figlia, invece, dalla
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Grande Guerra perché rispondeva a un’esigenza precisa: quella, cioè,
di ritornare, attraverso gli strumenti della storia, a riconsiderare l’«in-
giusto trattamento» subito dall’Italia nella «via crucis per la confe-
renza per la pace», offrendo «un’idea complessiva dell’assetto di que-
sto mare dal congresso di Berlino a oggi» . Ne scaturiva un racconto
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attento alle questioni internazionali e ai loro presupposti storici che,
pur arrivando a mettere a fuoco non poche «questioni mediterra-
nee» , riduceva lo spazio mediterraneo a un “problema” della diplo-
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mazia europea, appoggiando un discorso revisionistico (benché an-
cora di stampo democratico) in funzione della possibile espansione
della Grande Italia all’indomani della prima guerra mondiale.
Elemento comune a entrambe le opere, che svelava quanto l’in-
tenzione fosse appunto la ricerca delle immediate radici del proble-
matico presente, era l’arco cronologico delle due narrazioni che si
manteneva nell’ambito dei cinquanta anni che avevano preceduto
l’ascesa del fascismo. Per il Mediterraneo, questo equivaleva a pren-
dere le mosse dal Congresso di Berlino, data periodizzante nel
11 Interessante lo spunto offerto da Musi, a giudizio del quale le diverse visioni della
storia d’Italia corrisposero anche «modi diversi di guardare al rapporto tra Italia e Medi-
terraneo». Nel caso di Volpe, ad esempio, non andrebbe sottovalutato il tema dell’appar-
tenenza dell’Italia al «Mediterraneo d’Occidente» come cifra profondamente condizio-
nante della sua idea di «nazione in cammino»: Cfr. A. Musi, Il mondo mediterraneo nelle
Storie d’Italia del periodo fascista, in G. D’Argenio (a cura di), Novecento Mediterraneo,
Guida editori, Napoli, 2019.
12 È opportuno notare che, parallelamente a un crescente interesse per il Mediter-
raneo come oggetto storico, gli anni tra il 1925 ed il 1938 videro anche un proliferare
delle storie d’Italia con differenti periodizzazioni e concettualizzazioni, funzionali a
diverse visioni teleologiche. Cfr. su questi temi l’informato volume di A. Musi, Storie
d’Italia, Morcelliana, Brescia, 2018 e anche M. Angelini, Fare storia. Cultura e pratica
della ricerca in Italia da Gioacchino Volpe a Federico Chabod, Carocci, Roma, 2012.
Alcune interessanti considerazioni si trovano anche in M. Angelini, Federico Chabod,
in C. Fumian, Attraverso le età della storia. Le lezioni dei grandi maestri, Franco An-
geli, Milano 2021.
13 G. Ambrosini, L’Italia nel Mediterraneo, Franco Campitelli editore., Foligno, 1927,
p.VII.
14 Di particolare interesse il tema dei diritti dell’Italia nella spartizione dei mandati
e l’ampia trattazione del problema della custodia dei Luoghi Santi a Gerusalemme. Cfr.
Ivi, capp. VI-VIII.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIX - Dicembre 2022
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)