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36 Ciro D’Arpa
nella cui omonima chiesa aveva sepoltura . Alcuni suoi membri, nei
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secoli XVI e XVII, ricoprirono prestigiose cariche pubbliche . Le fortune
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economiche di casa Zati si devono al commercio svolto probabilmente
già agli inizi del XV secolo . Il capostipite del suo ramo familiare fu
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presumibilmente Amerigo Zati committente del dipinto su tavola posto
sull'altare maggiore della chiesa di San Martino a Mesola presso
Firenze . Il nonno, anche lui di nome Amerigo, morendo nel 1564 aveva
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lasciato ai due figli maschi, Nicolò e Simone, un cospicuo patrimonio in
terre, mulini e casali . Il «molto magnifico» Simone di Amerigo Zati,
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cavaliere di Santo Stefano (1562), il 10 giugno del 1575 faceva a sua
volta testamento con il quale designava suoi eredi universali i figli
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Giulio e Amerigo, e gli eventuali altri figli maschi nascituri. Qualche
anno dopo nacquero Francesco, morto in giovane età, e l’ultimogenito
Camillo, ovvero il nostro Simone. Oltre ai maschi vi fu anche una figlia
di nome Maria, data in sposa a Ottavio Rondinelli.
La morte del padre avvenne pochi anni dopo la nascita del nostro
Simone giacché, nel 1582, la moglie Lucrezia era dichiarata vedova .
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Il 20 marzo del 1602, Simone e il fratello Giulio, a seguito di liti incorsi
«per cagione dé conti comuni pasati tra di loro e amministrati da
ciascuno», con l’arbitrio dello zio Ottaviano, figlio di messer Giulio de’
Medici, «dottore avvocato e cittadino fiorentino», addivennero alla
decisione di dividere i beni immobili di comune proprietà e di
compensare le somme ancora dovute e spettanti . A Simone, oltre alla
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metà della casa paterna, toccarono tutti i poderi posseduti nel comune
di Marti e, tra gli oneri, la quota parte dotale della sorella Maria . La
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2 S. De Luca, la cappella Velluti-Zati in Santa Croce fra giottismo e arcaismi (1321
circa), «Ricerche di Storia dell’Arte», n. 3 (2010), pp.25-36.
3 G. M. Mecatti, Storia genealogica della nobiltà, e cittadinanza di Firenze, Napoli
1754, pp.110, 120, 410.
4 Giuliano di Amerigo Zati è l’autore di un manuale di commercio del 1414 conser-
vato in frammenti presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, cfr. A. Orlandi,
«Ora diremo di Napoli». I traffici nell’area campana nei manuali di commercio, Firenze
University Press, Firenze 2012, pp.26, 33.
5 La pala, datata 1391, compone un trittico raffigurante la Madonna col Bambino e
Santi, tra i quali Sant’Amerigo d’Ungheria, ai cui piedi è ritratto il committente stesso
in atto di penitente. Nella predella del trittico campeggia lo stemma di casa Zati: una
catena doppia bicroma. Cfr. La parrocchia di San Martino a Mesola. Cenni Storici, Firenze
1866, pp.19-22; F. Pacciani, Storia e arte nella chiesa di San Martino a Mesola, «Speciale
Corrispondenza», dicembre 2011, pp.I-VIII (https://www.diocesifiesole.it/docu_all
/send/23-numeri-della-rivista/27-corrispondenza-n60-inserto.html).
6 Avz, n.135, Cassetta, fascicolo 10.
7 Avz, n.135, Cassetta, fascicolo 10, IV.
8 R. Romanelli (a cura di), Inventario dell’archivio Baldovinetti Tolomei, Edizioni di
storia e letteratura, Roma 2000, p.13.
9 Avz, n.135, Cassetta, fascicolo 10, XII.
10 E. Gamurrini, Istoria genealogica delle famiglie nobili toscane, et umbre, vol. III,
Firenze 1673, p.188.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)