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Mercanti e banchieri fiorentini a Palermo nel secolo XVII... 37
divisione consentì al ventiduenne di disporre liberamente di un suo
patrimonio con il quale dare inizio a un’attività in proprio. Dagli
incartamenti dell’archivio Velluti-Zati apprendiamo che Simone,
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«avendo risoluto di trasferirsi dalla città di Firenze in quella di Palermo
in Sicilia» , considerando gli eventuali pericoli nei quali poteva incor-
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rere nel viaggio, fece testamento. Nelle sue disposizioni, datate 30
aprile 1608, nominava eredi universali tutti i figli maschi e in
mancanza di questi, le figlie. Nel caso in cui non avesse avuto di-
scendenza propria, in alternativa designava eredi tutti i soggetti
maschi col più prossimo grado di parentela .
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Non conosciamo il motivo che spinse il fiorentino a trasferirsi in Si-
cilia, quando vi arrivò e quali furono i suoi primi contatti. La prima in-
formazione documentata lo individuerebbe nel messinese: nell’aprile del
1612 Benedetto Biffoli e Alemanno Ughi, mercanti-banchieri fiorentini,
registravano a Palermo un mandato di pagamento a favore di Paolo La
Fatta, di Fiumedinisi in provincia di Messina, da riscuotere dalle mani
di Simone Zati che, evidentemente, si trovava in quella parte della Sici-
lia . Nel 1611, Biffoli e Ughi avevano nominato Tommaso Mannelli loro
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procuratore . Grazie a queste comuni conoscenze, Simone Zati e Tom-
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maso Mannelli, valutando le reciproche capacità operative ed economi-
che, diedero avvio a un loro sodalizio commerciale.
2. L’atto costitutivo della società Mannelli & Zati
Il 28 settembre del 1612, il notaio messinese Antonino de Costa
sanciva la costituzione della società commerciale sottoscritta da Tom-
maso Mannelli e Simone Zati. Il documento ‒ il 12 ottobre successivo
trascritto e registrato a Palermo dal notaio Orazio Allegra ‒ si articola
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in più punti che, argomento per argomento, affrontano gli ambiti, le
attività e i compiti che ognuno dei soci avrebbe dovuto e potuto svol-
gere, sia separatamente sia unitamente, ma comunque sempre nell’in-
teresse comune: «insolido» . In quegli anni, la “Nobile” città di Messina
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11 R. Romanelli, Le carte in Villa: l’Archivio Barbolani da Montauto e la “Barbolana”
di Anghiari, in «Archivio Storico Italiano», vol.163, n.4 (2005), pp. 717-733.
12 Avz, vol. 58, c.2r.
13 Ivi, c.81r-86r.
14 Asp, notaio Giovanni Luigi Blundo, vol.8522, 11 aprile 1612, cc.725r-726r.
15 Ivi, vol.8521, 10 maggio 1611, cc.840r-841r.
16 Asp, notaio Orazio Allegra, vol. 14220, cc.25r-36r.
17 Lo stesso statuto societario è stato riscontrato in altri sodalizi commerciali tra
soggetti di “nazionalità” toscana e con sedi a Palermo e Messina. Vincenzo Franceschi,
Alemanno Ughi e Benedetto Biffoli (Asp, notaio Orazio Allegra, vol.14217, 31 dicembre
1605, cc.223r-233r prima numerazione; ivi, 28 giugno 1606, cc.433r-444r, prima nu-
merazione; vol.14200, 6 luglio1612, cc.71v-75r). I tre corregionali furono rappresentati
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Aprile 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)