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360 Milena Sabato
Precorritrice inconsapevole di un pensiero ancora lontano nel
tempo, Matilde si fa portavoce di una riconsiderazione del ruolo della
donna, proponendo una nuova e moderna rappresentazione del fem-
minile, finalmente sottratto al segno della debolezza e della delicatezza,
e volto invece a un impegno più proficuo nello studio delle lettere, delle
lingue, della musica, delle scienze, della storia e dell’etica. Rivendica
soprattutto per le donne la possibilità di dedicarsi alla cura dello spi-
rito attraverso lo studio, che rende savi sia uomini che donne.
Quindi è, che fu un assioma sempre per me, che una Donna di qualunque
condizione ella sia, qualche giornaliera applicazione aver debba, o di manuali
lavori, o di lettura di libri eruditi, e che i costumi raffinino, oppure delle dilet-
tevoli scienze: forse una Donna non è di quel talento ancor fornita sì che possa
delle ore del giorno qualche parte alle scienze, almeno le più utili, consagrare?
Che il sesso è gentile, e dilicato, che importa? anzi è perciò più suscettibile di
astratte, ed elevate cognizioni; vi sono state sempre, e vi sono nel Mondo, ed
in questa Capitale non mancano Donne di spirito, che rivolgendo alla coltura
della loro mente i più serj pensieri, hanno gustato, e gustano il bel piacere
delle scientifiche cognizioni, con applicarvisi per molte ore continue. Tanto
non è da pretendersi, ma almeno qualche ora del giorno oltre al commune
studio della lingua Francese, e della Musica, si possono studiare le bellezze
della lingua Italiana, la Geografia, la Storia, l’Etica, che una delle più belle
Scienze riputar si dee, giacchè rende un Uomo, una Donna savia, ben costu-
mata, ed amabile alla società […] 62 .
E sempre puntando sull’importanza dell’istruzione femminile, e in
generale al progresso del popolo meridionale, auspica l’istituzione
nelle principali città del Regno di collegi di educazione per «orfane, e
pericolanti donzelle», con un forte richiamo al pensiero di Genovesi:
«Imperciocchè la felicità del Regno tutta dalla buona educazione della
gioventù dipende: datemi giovanette bene educate, ed eccole amanti
della fatica, costumate, addette ai lavori da loro appresi, e poco sog-
gette agli estremi bisogni» .
63
62 Ivi, pp. 28-30.
63 Ivi, p. 84. Fra gli studi sull’alfabetizzazione, con riferimento all’Italia e al Mezzo-
giorno in particolare, si vedano M.R. Pelizzari (a cura di), Sulle vie della scrittura cit.; M.
Roggero, L’alfabeto conquistato. Apprendere e insegnare nell’Italia tra Sette e Ottocento,
il Mulino, Bologna, 1999. Interessante osservare che sia la figlia Cecilia De Luna (1793-
1870) (nota come poetessa con il nome arcade di Calliroe Sebezia) sia la nipote di Ma-
tilde, Aurelia Folliero Cimino (1824/27-1895), figlia di Cecilia, avrebbero seguito le orme
della mamma/nonna (complice certamente l’educazione che la stessa Matilde aveva im-
partito loro), pubblicando sia scritti odeporici, sia opere dalla ‘vena progressista’ con al
centro l’importanza del ruolo sociale della donna e dell’istruzione. Un forte orientamento
femminista che avrebbe caratterizzato anche l’arte della pronipote di Matilde, Emilia
(1854-1944), figlia di Aurelia. Cfr., oltre a P. Guida, L’altro Risorgimento cit., P. Nigro,
Genealogia di donne scrittrici e viaggiatrici tra XVIII e XIX sec.: Matilde Perrino, Cecilia De
Luna e Aurelia Folliero Cimino tra progressismo ed emancipazione, in A. Rella, J.D.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)