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                tori. Ma c’è anche qualcos’altro che rende il caso di Matilde Perrino
                (1760-1850)  e  della  sua  Lettera  originale  e  anomalo  nel  panorama
                dell’odeporica (specie) femminile settecentesca: proprio l’evidente pre-
                senza del genere nell’esperienza e nella scrittura del viaggio. Oltre na-
                turalmente al fatto di essere l’unica viaggiatrice italiana ad aver af-
                frontato in quel periodo un viaggio in una provincia meridionale e ad
                averne scritto .
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                   Perché dunque spingersi nelle province? Partendo da Napoli, sua
                città d’origine, che l’aveva vista crescere in un ambiente agiato e colto,
                Matilde, in compagnia dei suoi fratelli, viaggiò col padre Filippo, avvo-
                cato e Regio Consigliere di Ferdinando IV, inviato in Puglia come os-
                servatore.

                   […] questo mio piccol viaggio, seguito, come sapete, dall’aver voluto mio
                Padre seco condurmi, ed in compagnia de’ miei fratelli, in occasione d’aversi
                dovuto egli trasferire per dissimpegno di premuroso affare al suo Ministero
                affidato, ne’ feudi di Tringiano, e Capurso in Terra di Bari 50 .

                   Ma  la  scrittrice  assecondò  semplicemente  la  volontà  paterna
                nell’unirsi a lui in viaggio? Anche se non ne fa alcuna menzione, pare
                che la genesi del viaggio pugliese avesse a che vedere con la volontà di
                superare la delusione di un amore impossibile (un amore, ricambiato,
                verso un principe tedesco, ma con di mezzo una differenza di rango
                che ne impediva il matrimonio) . Di certo è che leggendo il suo reso-
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                conto emerge chiaramente lo spirito illuminista che lo anima, e l’espe-
                rienza di ricerca e di studio che lo caratterizza.




                   49  Su viaggiatrici italiane che attraversarono l’Italia (e non solo), raccontando nei loro
                diari le tappe, gli incontri e le cose viste, si vedano, in particolare, oltre a P. Guida,
                Scrittrici con la valigia cit.,  R.  Ricorda,  Viaggiatrici italiane tra Settecento e Ottocento.
                Dall’Adriatico all’altrove, Palomar, Bari, 2011, e G. Bertrand, M. Pieretti (a cura di), Una
                marchesa  in  viaggio  per  l’Italia.  Diario  di  Margherita  Boccapaduli  (1794-1795),  Viella,
                Roma, 2019.
                   50  M. Perrino, Lettera […] ad un suo amico nella quale si contengono alcune sue rifles-
                sioni fatte in occasione del suo breve viaggio per alcuni luoghi della Puglia, Stamperia
                Simoniana, Napoli, 1787, p. 4. Ristampato col titolo Matilde Perrino e il suo Viaggio per
                alcuni luoghi della Puglia (1787), a cura di G. Malcangi, Tipografia Vecchi & C., Trani,
                1964; La Puglia del ’700. Lettera di una viaggiatrice (1787), a cura di I. Palasciano, Ca-
                pone, Cavallino di Lecce, 1983; Lettera di Matilde Perrino […], a cura di G. Cantalice,
                Edizioni digitali del Cisva, 2006.
                   51  Nel 1792 Matilde sposò poi un nobile spagnolo, Fortunato Salzano De Luna,
                da cui ebbe un’unica figlia, Cecilia, nota poetessa e saggista. Separatasi dal marito,
                scelse di dedicarsi prevalentemente alla gestione delle sue proprietà (creando anche
                un’azienda  agricola)  e  alla  formazione  della  figlia.  Avrebbe  anche  scritto  un  ro-
                manzo, andato però perduto durante i moti del ’99, come si legge nella sua auto-
                biografia. Cfr. P. Guida, L’altro Risorgimento nella letteratura dei Folliero De Luna,
                Milella, Lecce, 2011, pp. 13-31.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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