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358 Milena Sabato
Mi piacque […] sentire, essere stabilimento di governo il non potersi in
quelle parti coglier le uve, e le ulive, prima che dal Sindaco dei rispettivi paesi
con pubblico bando se n’accordi il permesso; e questo fa, che le frutta si col-
gano quando a perfetta maturazione son giunte; Locchè non poco conduce alla
sanità della vita umana. […]. Una maraviglia però mi fu raccontata, ed è che
in alcune più calorose stagioni, ancorchè per l’intera està non fosse comparsa
per aria gocciola d’acqua, pure vi fu tale abondanza di vino, che mancando i
vasi da poterlo riporre, lasciavano pendenti le uve alla discrezione di chiunque
coglier le volesse 55 .
Sempre dai coltivatori baresi, mentre si meraviglia dell’assenza di
piantagioni di «celsi» per l’industria della seta e di apicoltura (riman-
dando alla lezione di Genovesi), «seppi, che dopo la ricolta delle biade
eravi il costume d’incendiare que’ campi, e questa parvemi un’ottima
ragione per cui dovessero esser più fertili que’ terreni» .
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Dalle sue pagine viene fuori il ritratto, realistico, di una regione in
cui la povertà è estremamente diffusa. Povertà che la stessa scrittrice
verifica di persona visitando, ad Andria, la casa di un giardiniere, un
«tugurio», i cui abitanti «mi fecero […] avvisata, che vuol dire crescere
secondo la natura, e dalla tenera età avvezzarsi al disaggio». Qui, «un
dotto Amico, che grata compagnia ci prestava, riflettendo allo stesso,
disse così; chi non affermerebbe, che lo stato di queste Persone sia più
felice di ogn’altro?» . Ugualmente, a Foggia affronta la condizione di
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estrema povertà in cui versano i contadini della zona, e con inaspet-
tata modernità si concede slanci propositivi, suggerendo l’intervento
dello Stato per la costruzione di canali d’irrigazione, l’istituzione di un
pubblico Monte per provincia e una Legge Agraria apposita, oltre
all’idea di puntare sulla coltivazione del tabacco. Auspica inoltre la co-
struzione di ospedali pubblici, come a Napoli, e di ricoveri nelle cam-
pagne .
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Tutti i personaggi che emergono dalle pagine di questo racconto di
viaggio, e che offrono alla giovane e nobile viaggiatrice una «gradevole
compagnia» , hanno uno spessore e un vigore dovuto al fatto di non
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essere cristallizzati in stereotipi o idealizzazioni, ma di essere i prota-
gonisti di una complessa, e ben connotata, struttura sociale. In un
tale contesto non privo di contraddizioni, l’attenzione della scrittrice
non può non ricadere soprattutto sulla componente femminile di quel-
55 Ivi, pp. 14, 17.
56 Ivi, pp. 19-20.
57 Ivi, pp. 53-54.
58 Per avere un’idea dei problemi, ma soprattutto dell’irriducibile varietà e originalità
del corso storico che interessò il Mezzogiorno, non solo settecentesco, in termini di svi-
luppo economico, ripresa e limiti, è indispensabile G. Galasso, Storia del Regno di Napoli
cit., vol. VI, Società e cultura del Mezzogiorno moderno, pp. 393-599.
59 M. Perrino, Lettera cit., p. 3.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Agosto 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)