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L’acqua fa paura: gestione del territorio e salute pubblica nel Borgo di Santa Lucia...  553


                    animali, da vegetali e dall’uomo e dai suoi modi di vivere, di abitare, di
                    alimentarsi, di lavorare.
                       L’idea di trovarsi dinanzi a un denso “complesso ecologico” fu alla
                    base anche del principale tentativo di limitare l’insorgere della malat-
                    tia come la bonifica. Nel metterla in atto, quasi mai ci si limitò al solo
                    prosciugamento degli acquitrini ma si giunse man mano a idee sempre
                    più complesse e complete di intervento, fino a quella della “bonifica
                    integrale” .
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                       Negli ultimi anni la storiografia sempre più spesso ha utilizzato la
                    malaria come chiave di analisi di interi contesti ecologici, perché ca-
                    pace di svelare un’ampia trama di delicati legami tra uomo e ambiente.
                    Nel 2010 J.R. Mc Neill, riguardo all’area dei Caraibi, ha analizzato la
                    stretta  connessione  tra  rapidi  cambiamenti  ambientali  indotti  dal-
                    l’uomo – «deforestation, soil erosion, and the installation of plantation
                    agro-ecosystems based on crops such as sugar and rice». Queste tra-
                    sformazioni avevano contribuito a determinare ecologie “instabili” che
                    avevano costituito «ideal incubators» per le zanzare vettore di due tra
                    le malattie più letali per l’uomo, come la malaria e la febbre gialla . Le
                                                                                    6
                    zanzare vengono considerate da Mc Neill attori storici inconsapevoli e
                    i virus da queste trasmessi capaci di concorrere a determinare addi-
                    rittura effetti geopolitici .
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                       Fino alla scoperta negli anni ’80 dell’800 , «al termine di una vi-
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                    cenda storico-medica complessa», del suo agente e dei suoi meccani-
                    smi di trasmissione , la “mal’aria” o “paludismo” nell’area mediterra-
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                    nea era legata soprattutto al “miasma palustre”, elemento essenziale
                    del «modello ippocratico» di genesi delle malattie contagiose.
                       Si trattava di una spiegazione valida pressoché per tutte le malattie
                    epidemiche, che si era consolidata in seguito alla diffusione della teo-
                    ria “tetraumorale” di Galeno. Si riteneva che il movimento degli astri o
                    influenze malefiche o ancor più plurimi fenomeni di putrefazione di
                    organismi vegetali e animali che avvenivano nelle acque stagnanti e
                    nelle paludi originassero esalazioni mefitiche, i miasmi. Determinando
                    uno scompenso tra i quattro elementi costitutivi dell’organismo umano



                       5  Sul dibattito su modalità e funzioni della bonifica, cfr. P. Bevilacqua, M. Rossi
                    Doria (a cura di), Le bonifiche in Italia dal ‘700 a oggi cit.
                       6  J.R. McNeill, Mosquitos empires. Ecology and war in the greater Caribbean,
                    1620-1914, Cambridge University Press, 2010, p. 3.
                       7  Ivi, pp. 3-5.
                       8  G. Corbellini, Storia della malaria in Italia. Scienza, ecologia, società cit., pp.
                    54-56.
                       9  Ivi, p. 53.


                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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