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Alle origini di Santa Maria dello Spasimo e dell’urbanizzazione di Palermo   477








































                          Fig. 3 - Foto aerea del rione Castellammare con verosimile delimitazione
                                              dell’area del viridarium
                      (<https://earth.google.com/web/@38.12107096,13.36481091,21.06022671a,1035.65292342d,35y,
                                           -114.79117165h,44.9952885t,0r>)


                       I  monaci  olivetani  avrebbero  continuato  la  loro  storia  a  Palermo
                    nella nuova fondazione dovuta alla generosità di Giacomo Basilicò. Il
                    giureconsulto, erede della moglie Eulalia, aveva donato agli olivetani
                    un terreno fuori Porta dei Greci con diversi fabbricati, di cui si riser-
                    vava per abitazione due stanze, cento onze di rendita annua per sei
                    anni da utilizzarsi per la costruzione e cinquanta onze, a partire dal
                    settimo anno, per il mantenimento dei monaci che avrebbero dovuto
                    celebrare una messa al giorno per il donatore, la moglie e i familiari.
                    Basilicò disponeva che la chiesa fosse l’unica della congregazione oli-
                    vetana a Palermo e ne sceglieva anche l’intitolazione .
                                                                       80


                       80  Asp, Spasimo, busta 30, fasc. 98, cc. 161 e 164; G. Mendola, Da Calatamauro
                    allo Spasimo: gli olivetani a Palermo cit., pp. 383-384.


                                               Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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