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472 Maria Antonietta Russo
avrebbero avuto l’obbligo di pregare per l’anima del testatore e i suc-
cessori del conte di rispettarne le volontà, pena la perdita dell’eredità
stessa .
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Lo Sclafani, dunque, legava al monastero la casa con la torre, la
cappella e il giardino con un serbatoio siti nel piano del Castello a
mare, oltre ai turni d’acqua utili per la sua irrigazione . La chiesa
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veniva identificata da Pirri con quella di santa Barbara . A quel tempo
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era priore di Santa Maria del Bosco fra Nicola de Bruzia ; le fonti non
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forniscono notizie sull’utilizzo della grangia da parte dei monaci, quel
che è certo è che le donazioni al monastero si fecero sempre più nu-
merose nel corso del Trecento e quel complesso a Palermo dovette age-
volare i monaci nell’amministrazione della proprietà urbana e nell’in-
serimento nella realtà cittadina. Il priorato di Santa Maria del Bosco
di lì a poco sarebbe stato elevato al rango di abbazia e nel 1491, con
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bolla di Innocenzo VIII, unito alla congregazione di Monte Oliveto .
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4. La fondazione di Santa Maria dello Spasimo e la lottizzazione
dell’area del Castello a mare
I monaci risiedettero nella grangia nel piano del Castello a Mare
fino al 1509, «preces effundendo quotidie Altissimo Domino pro
anima dicti Domini Matthei de Sclafano iuxta mentem et volunta-
tem dicti testatoris», quando l’abate Benedetto de Amadore e i mo-
naci «volentes de novo construere et fundare quoddam pulcherri-
mum monasterium iam inceptum in quodam loco extra portam Gre-
corum Panormi» e avendo necessità di denaro, decisero di alienare
60 Asp, Spasimo, busta 67, c. 49r.
61 P. Olimpio da Giuliana, Memorie antiche del monastero di Santa Maria del
Bosco cit., pp. 19-20. Il monaco olivetano, nell’identificare i luoghi, specificava che
la casa e il giardinello erano stato concessi, «pochi anni sono», per trentasette onze
di censo annuo a Francesco Campana; «l’altra parte del giardino», invece,
«molt’anni prima fu dato a censo perpetuo per fabbricarvi case dalle qual case ne
pervengono l’entrade ch’il monastero possiede in Palermo nella contrada di Terra-
cina».
62 L’autore, però, non definiva correttamente la data di concessione ad opera
del conte (R. Pirri, Sicilia sacra cit., p. 763). Padre Olimpio rimaneva nel dubbio
dichiarando di credere che la chiesa «sia Santa Barbara» (P. Olimpio da Giuliana,
Memorie antiche del monastero di Santa Maria Del Bosco cit., p. 19).
63 P. Olimpio da Giuliana, Memorie antiche del monastero di Santa Maria del
Bosco cit., p. 19.
64 28 luglio 1400. P. Olimpio da Giuliana, Memorie antiche del monastero di
Santa Maria del Bosco cit., pp. 116-119; R. Pirri, Sicilia sacra cit., II, p.1332.
65 9 settembre 1491. P. Olimpio da Giuliana, Memorie antiche del monastero di
Santa Maria del Bosco cit., pp. 143-145.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)