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Alle origini di Santa Maria dello Spasimo e dell’urbanizzazione di Palermo 473
la grangia, con la cappella e il giardino per darla in enfiteusi perpe-
tua dietro pagamento di un censo annuo . Il 3 maggio 1509 l’abate
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e il convento di Santa Maria del Bosco ottennero l’autorizzazione
dall’abate generale Bernardo Pallavicino e dai frati visitatori della
congregazione di Monte Oliveto a concedere in enfiteusi, di venti-
nove in ventinove anni, «et sic successive in perpetuum […] gran-
chiam […] viridarium cum turri dicti monasterii et conventus», per
un canone annuo di almeno cento ducati . Il 21 maggio sarebbe
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arrivata anche l’approvazione di papa Giulio II alla costruzione del
nuovo monastero e il 20 giugno seguente l’esecutoria viceregia . Il
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29 novembre, l’abate Benedetto da Messina cedeva al Protonotaro
del Regno Aloisio Sanchez la grangia e la torre con il giardino per
un canone di trentatré onze e dieci tarì, ricevendo un anticipo di
cento onze per la costruzione del nuovo monastero.
I tempi erano mutati e nell’atto la grangia risultava ubicata nel
quartiere Conceria, ma non era più sufficiente alle esigenze dei monaci
che avrebbero voluto costruire un monastero più grande e bello. Alla
data dell’atto la nuova costruzione risultava già iniziata in un terreno
fuori porta dei Greci donato, nel 1506, dal giureconsulto messinese
Giacomo Basilicò . La generosità del nuovo donatore imparentato con
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le famiglie eminenti dell’epoca attraverso il matrimonio con Eulalia Re-
solmini, le cui sorelle avevano sposato Pietro Alliata e Guglielmo Aiu-
tamicristo , non avrebbe dovuto far scordare il nome, o meglio
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l’anima, del conte di Adernò che aveva voluto il primo stanziamento
dei monaci nel piano di Castello a mare. Il papa, nel concedere la li-
cenza all’alienazione, poneva la condizione che
in monasterio predicto fundando sub vocabulo dello Spasmo extra Portam
Grecorum dicte civitatis tenentur construi et edificari facere unum altare
in memoriam eius qui dictam granciam prefato monasterio de Nemore
66 Asp, Spasimo, busta 67, c. 49r.
67 Asp, Tsmb, perg. 665; sulla lottizzazione del giardino e l’urbanizzazione di
Palermo nel XVI secolo, cfr. M. Vesco, Viridaria e città. Lottizzazioni a Palermo nel
Cinquecento, Edizioni Kappa, Roma, 2010; in particolare, per la citazione, pp. 183-
184.
68 G. Mendola, Da Calatamauro allo Spasimo: gli olivetani a Palermo, in A.G.
Marchese (a cura di), L’abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, tra me-
moria e recupero. Atti del Convegno di Studi (Chiusa Sclafani e Santa Maria del
Bosco, 17-18 aprile 2004), Provincia Regionale di Palermo, Palermo, 2006, p. 384.
69 Asp, Notai defunti, I stanza, notaio Matteo Fallera, reg. 1769, cc. 324v-331v;
Asp, Spasimo, busta 67, c. 49v.
70 G. Mendola, Da Calatamauro allo Spasimo: gli olivetani a Palermo cit., p. 406,
nota 31; M. A. Spadaro, Da Antonello Gagini a Raffaello: un altare per lo “Spasimo
di Sicilia”, in L’abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, tra memoria e
recupero cit., p. 483.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)