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522 Ignacio Rodulfo Hazen
napoletane di libri e manoscritti che i cataloghi editoriali non associa-
vano all’Italia meridionale. La città di Napoli e il suo Regno appaiono
come il punto d’incrocio dei grandi centri intellettuali dell’Italia centro-
settentrionale con le fonti spagnole, nate dall’esperienza diretta
dell’America 114 . Questa mescolanza di fonti non è attribuibile soltanto
alla Monarchia degli Asburgo, ma all’insieme più ampio dei vincoli
d’ogni sorta che univano il Regno con la lingua, le usanze, le genti della
Spagna, che finirono per segnare la prospettiva napoletana sul mondo
d’Oltremare. Per il resto, le novità dovettero prendere piede – come al-
trove – tra le vecchie convinzioni, condizionate dai prestigi antichi, dal
fascino rinnovato dell’Oriente, e quando penetrarono lo fecero in modo
diseguale. L’attenzione tardiva da parte dell’Europa e la velocità degli
avvenimenti sembrano aver privilegiato, per esempio, la storia del Perù,
abbastanza presente sugli scaffali e nell’immaginario napoletano, ri-
spetto alla prima stagione delle conquiste 115 .
Solo in una certa misura i libri riuscirono a cogliere l’influsso che
il Nuovo Mondo ebbe sulla moderna coscienza europea; le orme d’un
fenomeno tale non si dovrebbero cercare soltanto tra i limiti piuttosto
rigidi della cultura che entrava nella stampa, ma anche in altri ambiti
della vita culturale più suscettibili alle variazioni, che, tuttavia, riman-
gono spesso occulte. Basterebbe cercarne la presenza diffusa al di là
delle cronache e delle cosmografie, per scoprire che tra Cinque e Sei-
cento dovette nascere qualcosa di simile a un sentimento del Nuovo
Mondo. L’Introduzione al Simbolo della Fede di fra’ Luis de Granada,
uno dei libri spagnoli più frequenti nelle grandi case napoletane, e in
generale fuori dalla Spagna 116 , non è certo considerato tra i libri di
tema americano, ma contiene frasi come questa, che ben poterono na-
scere davanti a un mappamondo:
E distendiamo al presente gl’occhi per tutto l’universo mondo, cioè per le
tre principali parti che sono Asia, Africa et Europa; e nella quarta, che ora si
ha scoperta nelle Indie Occidentali, che chiamano nuovo mondo; e corriamo
per tutte le Isole dell’Arcipelago, e per tutte quelle del mar Oceano […]; e mi-
riamo quante femine saranno gravide in tutti questi emisp[h]eri, e quanti bam-
bini e bambine saranno giunti a questo punto, in cui loro ha da essere infusa
l’anima. […]. 117
114 A. Albonico, Il mondo americano cit., pp. 112 sgg.
115 M. Donattini, Orizzonti geografici cit., p. 93; T. Cirillo, La scoperta dell’Ame-
rica nei letterati meridionali tra Cinque e Seicento, in G. B. de Cesare (a cura di), Il
Nuovo Mondo tra Storia e invenzione cit., pp. 203-233.
116 T. Dadson, Las obras de fray Luis de Granada en las bibliotecas particulares
españolas in Libros, lectores y lecturas. Estudios sobre bibliotecas particulares
españolas del siglo de Oro, Arco Libros, Madrid, 1998, pp. 51-70.
117 L. de Granada, Introduzione al símbolo della fede, Presso Paolo Baglioni, In
Venezia, 1703, p. 154.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)