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Echi del nuovo mondo nelle biblioteche napoletane tra i secoli XVI e XVII 517
grafici nella cultura aristocratica, che passò anche nelle mura delle
grandi case, sia nella capitale – come quel «pappamundo [sic]» che
aveva Alfonso Pisciello tra i suoi quadri nel 1597 – che nelle corti feu-
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dali, come il palazzo dei duchi di Sant’Agata dei Goti, dove Pietro Co-
scia vantava «cinque quadri vecchi delle parti del mondo» nel 1617 .
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Le storie mondiali, le relazioni romane e veneziane affiorano indi-
stintamente tra gli scaffali della nobiltà, guidate da interessi molto
diversi. Colantonio Capece Zurlo, morto nel 1634, possessore di varie
terre e tre palazzi nel seggio di Capuana, ebbe particolarmente a
cuore il passato: aveva le storie mondiali del Tarcagnota e del Cam-
pana in una libreria di circa trenta volumi, dove abbondavano so-
prattutto le cronache sul Regno di Napoli . La presenza delle Rela-
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zioni universali nella biblioteca –un’altra trentina di volumi– di Do-
nato Antonio Loffredo, duca della Nocara, nel 1644, si spiega invece
per una curiosità generale, che si stendeva capricciosamente verso
la milizia, la politica o l’ alchimia . Pure Silvia Piccolomini possedeva
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le Navigazioni del Ramusio nella sua rocca di Celano, forse spronata
dai suoi interessi scientifici e cosmografici . Le notizie ispaniche
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sull’America compaiono sparse in questo panorama plurale dei com-
portamenti nobiliari. La presenza della Storia dei semplici aromatici
di García de Orta nello studio di don Tommaso d’Avalos, patriarca di
Antiochia, non fu dovuta ai forti vincoli storici della famiglia con la
Spagna, ma piuttosto agli interessi scientifici – d’origine nettamente
napoletana– del prelato, palesati da altri titoli come la Historia natu-
rale dell’Imperato, l’Herbario nuovo di Castor Durante, o il Minus Co-
gnitarium di Fabio Colonna .
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Ma tra i lettori della Napoli signorile ci fu anche una corrente più
organica d’interesse per le lettere e le cose della Spagna, comprese
quelle d’oltremare. I viaggi dei viceré – che portarono con sé delle im-
portanti biblioteche – e dei principi italiani che viaggiarono al servizio
degli Austrias, favorì una circolazione ancora poco nota sui territori
più isolati della Monarchia, che potette riversarsi sulle biblioteche na-
poletane . Sappiamo che nel 1594 il dottore Carlo Villano, di nobile
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84 Asn, Not. Giovanni Domenico De Leto (sch. 252), B. 35, c. 742 v.
85 Asn, Not. Marzio De Grisi (sch. 46) b. 50, c. 471 r.
86 Asn, Not. Nicola Evangelista (Sch. 205) B. 40, c. 148 v.
87 Asn, Not. Nicola Evangelista (Sch. 205) B. 40, cc. 470 v – 471 v.
88 E. Novi Chavarria, Sacro, pubblico e privato. Donne dei secoli XV-XVIII, Napoli,
Guida, 2009, p. 225.
89 Asn, Not. Marzio De Grisi (sch. 46) B. 50, cc. 538 v., 539 v., 541 v., 542 v.
90 Nella biblioteca di don Pedro de Toledo si trovava, per esempio, la Historia
general y natural de las Indias di Gonzalo Fernández de Oviedo. Si veda C. Her-
nando Sánchez, Poder y cultura en el Renacimiento napolitano: la biblioteca del vir-
rey Pedro de Toledo, «Cuadernos de Historia Moderna», 9 (1988), pp. 13-33.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XX - Dicembre 2023
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)