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                incrementare il commercio e la navigazione del loro paese, successiva-
                mente divenivano i promotori della politica inglese nel Mediterraneo ,
                                                                                  16
                e il Mezzogiorno d’Italia era parte integrante di questo processo. Con
                l’avvento al trono di Napoli di Carlo di Borbone nel 1734 e la conse-
                guente  nascita  di  uno  Regno  indipendente  nell’Italia  meridionale  si
                aprivano nuove prospettive per uno sviluppo economico autonomo .
                                                                                  17
                Ma il nuovo Regno era vittima, sia sul piano puramente economico
                della divisione del lavoro, che lo relegava sempre più a produttore di
                materie prime per la protetta industria francese , sia sul piano della
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                praticabilità delle rotte commerciali con il Levante, dove la bandiera
                napoletana era vulnerabile alle minacce della corsa barbaresca .
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                    La grande rivoluzione che è stata l’ingresso delle navi del Nord Eu-
                ropa nel Mare Nostrum, ha avuto conseguenze, non soltanto nel Regno
                napoletano, ma nell’intero bacino Mediterraneo, che si sono manife-
                state appieno soprattutto in seguito, durante la seconda metà del XVIII
                e  per  tutto  il  XIX  secolo .  Gli  stati  del  Nord  Europa  si  servivano
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                dell’espansione del commercio e dell’impresa mercantile per garantirsi
                ordine, certezza della proprietà e dei contratti all’interno dei suoi con-
                fini, e conquista, monopoli e coercizione fuori dai medesimi .
                                                                          21
                    Con le guerre europee del secolo XVIII la Gran Bretagna realizzava
                il controllo sugli Stretti ; tra il 1700 e il 1780 il suo commercio con
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                l’estero era raddoppiato di volume, triplicando nel ventennio succes-
                sivo .  Il  predominio  britannico  si  consolidava  con  la  presa  di
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                   16  F. Braudel, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell’età di Filippo II cit., p. 658.
                   17  P. Villani, Note sullo sviluppo economico-sociale del Regno di Napoli nel Sette-
                cento, «Studi Storici» n. 3 (1969), p. 54.
                   18  Dopo la fase di crisi del primo Settecento, la Francia tornava a recitate il
                ruolo centrale nell’economia napoletana, divenendo il principale destinatario delle
                esportazioni  meridionali,  la  cui  incidenza  percentuale  rispetto  alle  importazioni
                globali francesi cresceva vistosamente. Larga parte del crescente flusso di merci
                meridionali, calamitato da Marsiglia e convogliato nel suo entroterra, rappresen-
                tava il corrispettivo dello sviluppo delle industrie dell’area (saponerie, drapperie,
                seterie), per le quali i prodotti meridionali divenivano la principale fonte di approv-
                vigionamento. Cfr. G. Barbera Cardillo, Le Due Sicilie e la Francia nel secolo XIX,
                Textes & Pretextes, Paris, 2004, pp. 18-23.
                   19  A. Clemente, Da Tripoli a Messina. Spazi contesi nel Mediterraneo settecente-
                sco, tra complementarità macroeconomiche e gelosia del commercio cit., p. 30.
                   20  R. Romano, Napoli dal Viceregno al Regno, Einaudi, Torino, 1976, p. 22.
                   21  A. Clemente, Stati e commercio nell’Europa moderna. Tra reti e gerarchie, «Sto-
                ria Economica» n. 2 (2017), pp. 469-488.
                   22  Uno dei più antichi problemi marittimi e commerciali della storia del Mar
                Mediterraneo era quello del controllo sugli stretti, quello di Gibilterra, del canale
                di Sicilia, sugli Istmi, ovvero quelle strette lingue di terra aggettanti nel mare che
                possono essere tagliate per una più agevole comunicazione marittima. Cfr. F. Car-
                dini, Incontri (e scontri) mediterranei, Salerno editrice, Roma, 2014, pp. 40-72.
                   23  C. Hill, La formazione della potenza inglese, Einaudi, Torino, 1977, p. 258.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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