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Il trattato di commercio anglo-napoletano del 1845              177


                         Le relazioni commerciali tra la Gran Bretagna e il restaurato  Re-
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                    gno delle Due Sicilie, vennero regolate dalla Convenzione stipulata tra
                    i due paesi nel 1816 , a cui era seguita un’analoga stipulata con la
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                    Francia  e con la Spagna. La Convenzione aveva portato maggiori van-
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                    taggi  al  governo  britannico,  riuscendo  a  far  gravitare  il  partner  più
                    debole nel suo «sistema marittimo» .
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                         Punto cruciale della convenzione era l’articolo 7, in cui si stabiliva
                    che  l’Inghilterra  avrebbe  goduto  di  «una  diminuzione  del  dieci  per
                    cento sull’ammontare delle imposizioni, pagabili, secondo la tariffa vi-
                    gente il primo di Gennaio del 1816, sulla totalità delle mercanzie, o
                    prodotti  del  Regno  Unito  della  Gran  Bretagna  e  dell’Irlanda» .  Con
                                                                                 42
                    l’entrata in vigore della Convenzione il mercato napoletano si apriva
                    alle importazioni britanniche, principalmente manufatti tessili (cotone
                    e lana), laminati in ferro e pesci salati, ma anche prodotti coloniali
                                                                                       43
                    (zucchero, caffè, tabacco, cacao, pepe) di cui il Regno napoletano ne
                    diveniva  totalmente  dipendente;  prodotti  di  esportazione,  invece,
                    erano vino, olio, frutta, sale, tonno, seta, lino, manna, grano, som-
                    macco e pasta di liquerizia. Si profilava quindi uno scambio  tra un
                                                                                44
                    paese industrializzato, che esportava prodotti manufatti, ed un paese


                       38  W. Maturi, Il Congresso di Vienna e la Restaurazione dei Borbone a Napoli,
                    «Rivista Storica Italiana», Vol. III (1938); A. Spagnoletti, Storia del Regno delle Due
                    Sicilie, Il Mulino, Bologna, 1997, pp. 44-69.
                       39  E. Pontieri, Il riformismo borbonico nella Sicilia del Sette e dell’Ottocento, Esi,
                    Napoli, 1965, pp. 288-297; T. Del Conte, La politica commerciale del Regno delle
                    Due Sicilie dal 1815 al 1858, «Risorgimento e Mezzogiorno», n. 15 (2004), pp. 113-
                    175; D. Demarco, Il crollo del Regno delle Due Sicilie, Esi, Napoli, 2000, pp. 80-81.
                       40  G. Barbera Cardillo, Le Due Sicilie e la Francia nel secolo XIX cit., pp. 41-65.
                       41  E. Di Rienzo, Il Regno delle Due Sicilie e le Potenze europee 1830-1861, Rub-
                    bettino, Soveria Mannelli, 2011, p. 30.
                       42  Convenzione coll’Inghilterra, Art. 7: «S. M. Siciliana promette di accordare
                    dal giorno in cui avrà luogo l’abolizione generale de’ privilegi, a norma degli articoli
                    1, 2 e 6, una diminuzione del dieci per cento sull’ammontare delle imposizioni,
                    pagabili, secondo la tariffa vigente il primo di gennaio 1816, sulla totalità delle
                    mercanzie, o prodotti del Regno Unito delle Gran Bretagna e dell’Irlanda, sue colo-
                    nie, possessioni e dipendenze, che saranno immessi negli Stati di S. M. Siciliana,
                    giusta il tenore dell’articolo 1 della presente convenzione: ben inteso che nulla di
                    quanto è contemplato in questo articolo possa impedire al Re delle Due Sicilie di
                    accordare, se gli aggrada, una simile diminuzione d’imposizioni ad altre nazioni».
                    (Tna, Fo, 70/84, p. 115).
                       43  Già a partire dagli anni Settanta del Settecento Londra era diventata l’empo-
                    rio europeo dei prodotti coloniali; l’85% del tabacco e il 94% del caffè importato in
                    Inghilterra venivano riesportati, soprattutto in Europa. Cfr. N. Ferguson, Impero
                    cit., pp. 28-29.
                       44  I. Glazer, V. Bandera, Terms of trade between South Italy and the United King-
                    dom 1817-1869, «The Journal of European Economic History», n. 1 (1972), pp. 7-
                    36.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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