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Il trattato di commercio anglo-napoletano del 1845 175
Gibilterra e con il controllo, mantenuto per tutto il secolo, di Minorca,
affermando la propria egemonia sui traffici con il Levante . Ma è nello
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scontro decisivo con la Francia rivoluzionaria, e la successiva vittoria
sull’impero napoleonico che al dominio commerciale si associava
quello politico , siglato a Vienna nel 1815 . Il Congresso sanciva un
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nuovo scenario politico europeo, che per il Mezzogiorno significava una
posizione di periferia e subalternità rispetto alle grandi potenze medi-
terranee, per tutta la sua fase preunitaria . Questi processi storici di
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lunga durata segnarono i successivi sviluppi delle relazioni tra la Gran
Bretagna e il Regno delle Due Sicilie fino alla sua estinzione , dive-
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nendo il punto essenziale della storia commerciale del Regno meridio-
nale, e risultando così fondamentale alla comprensione delle conse-
guenze politiche ed economiche che la preponderante presenza inglese
ha avuto sul Mezzogiorno e sulle sue dinamiche di sviluppo. I vincoli
a cui era sottoposta la “sovranità” del Governo napoletano nelle sue
decisioni di politica commerciale erano dovuti, in definitiva alla sua
debolezza interna e alla sua debolezza internazionale, condizionata
dalla struttura medesima delle complementarità commerciali .
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24 D. Abulafia, Il grande mare. Storia del Mediterraneo, Mondadori, Milano,
2016, pp. 464-478.
25 A partire dal 1806 gli inglesi occupavano militarmente la Sicilia che per un
Decennio diveniva l’avamposto della politica mediterranea della Gran Bretagna in
funzione anti-francese. Le conseguenze dell’occupazione segnarono profonda-
mente le vicende politico - economiche della Sicilia negli anni a venire. Per la storia
del Decennio inglese in Sicilia vedi G. Aceto, Della Sicilia e dei suoi rapporti con
l’Inghilterra all’epoca della Costituzione del 1812, Stamperia Oliveri, Palermo, 1848;
J. Rosselli, Lord William Bentinck e l’occupazione britannica in Sicilia 1811-14, Sel-
lerio, Palermo, 2002; M. D’Angelo, Mercanti Inglesi in Sicilia 1806-15, Giuffrè edi-
tore, Milano, 1988; D. D’Andrea, Nel <decennio inglese> 1806-1815, Rubbettino,
Soveria Mannelli, 2008; M. D’Angelo, R. Lentini, M. Saija, (a cura di), Il «decennio
inglese»1806-1815. Bilancio storiografico e prospettive di ricerca, Rubbettino, Sove-
ria Mannelli, 2020.
26 V. Criscuolo, Il Congresso di Vienna, Il Mulino, Bologna, 2015.
27 P. Bevilacqua, Breve storia dell’Italia Meridionale, Donzelli, Roma, 1993, p. 3.
28 «Gli avvenimenti del 1860 prendevano di sorpresa il Foreign Office, come del
resto la Francia e le altre cancellerie europee (…) ma la diplomazia inglese aveva
percepito che la costituzione di un nuovo stato unitario nel Mediterraneo non
avrebbe leso i suoi permanenti interessi, ma anzi, e per il modo e per le circostanze
medesime attraverso le quali si andava verificando, e per la speciale situazione
diplomatica che ne veniva a determinarsi in Europa, e per le inderogabili esigenze
del nuovo stato, li avrebbe singolarmente favoriti, aumentando di conseguenza, la
sua influenza nel Mediterraneo». N. Rosselli, Saggi sul Risorgimento; La politica in-
glese in Italia nell’età del Risorgimento, Einaudi, Torino, 1980, p. 25.
29 A. Clemente, La sovranità vincolata: mercantilismi, guerre commerciali e di-
spute istituzionali negli anni Settanta del Settecento (Napoli e Venezia), «Storia Eco-
nomica» n. 2 (2015), p. 544.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)