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                Restando nel contesto della guerra di corsa, Monleone chiariva inoltre
                che altre merci si erano perse. Dapprima erano state caricate su una
                nave, che le aveva scaricate tutte a Cartagena, perché l’ambasciatore
                spagnolo aveva messo una tale paura al capitano, che quest’ultimo
                non aveva voluto proseguire il viaggio; poi le merci erano state fatte
                ripartite su un’altra nave che si era persa in Berberia .
                                                                    42
                    Le dinamiche delle guerre d’Italia e delle lotte fazionarie genovesi
                emergono nei resoconti commerciali di Battista Monleone a ridosso del
                sacco di Genova, nel 1522. Dal 1515 Ottaviano Fregoso, dopo un pe-
                riodo come doge, cedette la sovranità alla Francia in cambio di diverse
                risorse e favori per lui e per il fratello Federico e della sua nomina a
                governatore. Nel 1522 Genova, nello scontro tra francesi e spagnoli,
                venne assediata dalle truppe spagnole e saccheggiata; al posto dei Fre-
                goso si insediarono gli Adorno.
                    A Genova gli intermediari, i mercanti e gli agenti vicini ad una delle
                due fazioni dogali si alternarono nel corso del tempo. In conseguenza
                dell’indebolimento della fazione di riferimento potevano perdere il favore
                anche dei potenti fuori Genova con cui erano in relazione, per esempio a
                Mantova, e vedere diminuire i loro affari. Il periodo del sacco di Genova,
                osservato attraverso le informazioni del carteggio mantovano, ci permette
                di seguire da vicino le sorti di tali figure. Per qualche tempo Battista ri-
                mase l’intermediario dei marchesi di Mantova ed è in questo periodo che
                le dinamiche fazionarie e la dimensione politica emergono nelle sue let-
                tere. Nella serie del carteggio Gonzaga i dettagli sulle merci di lusso, quali
                l’ambra, i coralli e i cavalli di pregio, si alternano con informazioni politi-
                che, con offerte di favori e manovre. Nell’aprile del 1523 il marchese di
                Mantova aveva deliberato di inviare il giovane Ferrante Gonzaga presso
                l’imperatore Carlo V a Valladolid, per completare il suo addestramento
                militare, come molti figli cadetti dei casati del tempo .
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                    Alla fine dello stesso mese Battista si era messo a disposizione per
                accompagnare Ferrante nel primo tratto del viaggio verso la corte im-
                periale. Tramite i contatti dei Fregoso, Battista era legato ad Andrea
                Doria, che era in quel periodo in Provenza. Il marchese di Mantova
                aveva  scritto  una  lettera  indirizzata  al  nuovo  doge,  Antoniotto  II
                Adorno, richiedendo un salvacondotto per Battista, in modo che po-
                tesse accompagnare Ferrante. Il permesso, però, scriveva Battista al
                marchese Gonzaga, non era stato concesso. Nel suo caso le limitazioni


                   42  Asm, Archivio Gonzaga, 758, n. 69, 8 luglio 1516.
                   43  R. Tamalio, Ferrante Gonzaga alla corte spagnola di Carlo V nel carteggio pri-
                vato con Mantova (1523-1526). La formazione da «cortegiano» di un generale dell'Im-
                pero, Gianluigi Arcati, Mantova, 1991 e R. Tamalio, La prima infanzia di Ferrante
                Gonzaga e il suo rapporto con il cardinale Ercole. Note documentarie, in G. Signo-
                rotto (a cura di), Ferrante Gonzaga. Il Mediterraneo, l’Impero (1507–1557), Bulzoni,
                Roma, 2009, pp. 221–236.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XXI - Aprile 2024
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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