Page 103 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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Stranieri eretici, propaganda e convivenza nell’Italia della guerra dei Trent’anni 527
coltivava più realisticamente l’idea di creare una comunità evangelica
nella penisola. Gli stessi esiti dottrinali della lettura di testi riformati
si stavano progressivamente trasformando. Contemporaneamente
alla notizia della circolazione delle Istituzioni di Calvino si scoprivano
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ad esempio lettori della Clavicula Salomonis . Si attribuivano dottrine
eretiche a preti che molto più semplicemente fuggivano con una
donna, e che a letture protestanti univano magari quella di testi non
cristiani. Gli studi di Pier Mattia Tommasino hanno per esempio
mostrato chiaramente come la traduzione del Corano pubblicata nella
Venezia eterodossa degli anni quaranta del Cinquecento, e che già
aveva affascinato il Menocchio di Ginzburg, avrebbe innervato per
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lungo tempo, e come un fiume carsico, idee e pratiche di dissenso .
La tradizione protestante poteva accompagnarsi a quella erasmiana
o a quella magica, in una contaminazione tra culture oramai già tutta
libertina e assai difficile da censire. La circolazione di testi calvinisti,
non più propagandati ma giunti nella penisola principalmente per
tramite del commercio librario, non servì più in questi anni a creare
un dissenso evangelico. Vi si ritrova invece una eterodossia instabile
dottrinalmente, fatta di mille soluzioni individuali, più difficili da com-
battere per l’Inquisizione, poiché raramente sfociante in una dimen-
sione comunitaria, a differenza della predicazione protestante.
Proprio a Venezia, soprattutto tra gli anni trenta e quaranta del Sei-
cento, il tentativo di bloccare la produzione di testi di matrice libertina
venne intensificato, ma non produsse effetti duraturi. In questo senso,
il caso del libraio veneziano Salvatore de’ Negri, su cui ha posto l’at-
tenzione Federico Barbierato, restituisce uno spaccato di questa
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realtà . Processato molte volte tra il 1628 e il 1661, anche nel suo cir-
colo le letture di testi protestanti erano soltanto una delle componenti
possibili di una eterodossia oramai del tutto differente. A partire dai
tardi anni trenta, e poi negli anni quaranta, è la tradizione libertina a
diventare oggetto di maggiorr preoccupazione per gli inquisitori. Un
fiume carsico, quello del libertinismo, irrorato dai rivoli più diversi, da
quello magico a quello erasmiano, in cui anche un catechismo rifor-
mato poteva servire come grimaldello nella ridiscussione del ruolo
della Chiesa, e dunque della religione. Nicodemismo e dissimulazione
45 F. Barbierato Nella stanza dei circoli. Clavicula Salomonis e libri di magia a Venezia
nei secoli XVII-XVIII, Edizioni Sylvestre Bonnard, Milano 2002; Id., Echi protestanti nel
dissenso religioso popolare veneziano (secoli XVII-XVIII), in G. Cantarutti, S. Ferrari (a
cura di), Illuminismo e Protestantesimo, Franco Angeli, Milano, 2010, pp.15-26.
46 Pier Mattia Tommasino, L’Alcorano di Macometto. Storia di un libro del Cinquecento
europeo, Il Mulino, Bologna, 2013; C. Ginzburg, Il formaggio e i vermi. Il Cosmo di un
mugnaio del Cinquecento, Einaudi, Torino, 1976.
47 F. Barbierato, “La rovina di Venetia in materia de’ libri prohibiti”. Il libraio Salvatore
de’ Negri e l’Inquisizione veneziana (1628-1661), Marsilio, Venezia, 2007.
n. 47 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)