Page 101 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                   Stranieri eretici, propaganda e convivenza nell’Italia della guerra dei Trent’anni 525


                   stante il rogo romano postumo nel 1624, l’ingresso di opere dell’ex Arci-
                   vescovo di Spalato Marc’Antonio De Dominis continuava poi a preoc-
                   cupare le autorità: ancora nel novembre del 1626 Millini richiedeva la
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                   massima attenzione al vicario fiorentino . Il 4 marzo del 1628 il cardi-
                   nale scriveva ai nunzi nelle Fiandre, in Svizzera, a Torino, Venezia,
                   Milano, Como, Pisa, Mantova, Padova e Genova:

                      Si è havuto avviso che in Olanda venghino stampati in lingua italiana
                   et spagnuola diversi libri heretici et in particolare Il Manifesto di Marc’An-
                   tonio de Dominis, già Arcivescovo di Spalato quando partì d’Italia, et altre
                   sue empie prediche, li  Articoli dei luterani, la  Declination della romana
                   Chiesa, Bibbie volgari, et altri, quali sicuramente siano per introdursi in
                   Italia nelle balle o barili di mercantia, che perciò la Santità di Nostro
                   Signore mi ha commesso che io scriva a Vostra Signoria come fo per ch’ella
                   in vigili se l’esposto sia vero, et essendovi balle o barili di mercantia, faccia
                   diligente perquisitione e trovandoci libri cattivi, li ritenghi et procuri che
                   non si divulghino.

                      Non comparivano testi nuovi: a parte De Dominis, si temeva ancora
                   che si ristampassero le confessioni di fede, o addirittura pamphlet cin-
                   quecenteschi (la Declination della romana Chiesa non era probabil-
                   mente altro che una riproposizione del Della declinatione c’ha fatto il
                   papato da XI anni in qua di Pier Paolo Vergerio, pubblicato original-
                   mente nel 1562). Ci si potrebbe addirittura chiedere se si paventasse
                   davvero la stampa di quei libri, oppure se vi fosse la semplice indica-
                   zione di titoli che gli inquisitori già conoscevano. L’attenzione comun-
                   que negli anni venti si spostava prevalentemente sull’Olanda. Del resto,
                   all’avvento di Carlo I sul trono d’Inghilterra la stessa politica filo-calvi-
                   nista di re Giacomo era stata rimessa in discussione da nuove aperture
                   verso la Spagna. Così ancora il 1° aprile del 1628 si scriveva al nunzio
                   a Venezia «circa le diligenze che si devono fare per ritrovare qui libri
                   perniciosi che d’Olanda o d’altri luoghi vengono talvolta rinchiusi nelle
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                   balle di mercantie portate in Italia» . L’ordine sarebbe stato ribadito a
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                   Torino poche settimane dopo .
                      L’impressione che si ricava dalla lettura dei documenti è uno
                   sguardo generalmente rivolto al passato. Sorprendentemente, nelle
                   perquisizioni venivano talvolta ritrovati libri che avrebbero dovuto




                      35  Acaf, Tin-22.34, Millini Giovanni Garzia, 20.
                      36  BAV, Barb. lat. 6336, 1 aprile 1628.
                      37  Ivi. 27 maggio 1628. All’Inquisitore di Torino. «Si sono intese le diligentie che
                   Vostra Reverentia fa acciò non si introduchino costì libri proibiti et piace a questi miei
                   Signori illustrissimi che vi invigili come dovrà continuare che così ricerca la gravità del
                   negotio».


                   n. 47                        Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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