Page 109 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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Il costoso miraggio della demanialità. Ceti emergenti e attività creditizie... 533
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Giuseppe Galasso , di Maria Antonietta Visceglia e di Giovanni Muto 9
,
dai cui studi emerge un profilo della demanialità nel Regno in lenta,
ma costante crescita. Nei secoli XVI e XVII secolo, infatti, il numero di
città demaniali si mantenne su valori percentuali assai bassi rispetto
a quelli della feudalità (3 - 4%), ma esso crebbe nel corso del XVIII
secolo, quando le città demaniali rappresentarono il 19% dell’intero
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panorama giurisdizionale del Regno di Napoli . Incremento favorito sia
da un processo di estinzione di alcune famiglie di antico lignaggio, sia
dalla politica anti-baronale inaugurata dalla nuova dinastia borbonica.
Attraverso l’analisi di tre casi di studio si vuole qui delineare la feno-
menologia del ‘costoso miraggio del demanio’ – per riprendere qui la
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bella espressione coniata da Giuseppe Galasso – innervato nel pro-
cesso bottom-up che consentì ai ceti emergenti locali di indirizzare le
risorse a disposizione verso la demanializzazione del proprio territorio.
La ricerca di cui qui si propongono i primi risultati ha avuto come
obiettivo principale quello di rintracciare, a partire dalla documenta-
zione conservata presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli, il net-
work sociale dei nuovi operatori economici, che si attivarono nelle
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province del Regno per ottenere la reintegra in demanio . Le ricche e
interessanti fonti documentarie del Banco di Napoli si sono rilevate
assai valide, in tal senso, per essere evidentemente chiavi di lettura in
grado di orientare la ricerca in prospettive più ampie rispetto a quanto
è stato fatto finora e che vanno dalla storia politica alla storia della feu-
dalità, dalla storia sociale a quella più specificamente economica.
7 G. Galasso, Alla periferia dell’impero. Il Regno di Napoli nel periodo spagnolo (secoli
XVI-XVII), Einaudi, Torino, 1994, pp. 111-115; Id. (a cura di), Storia d’Italia, XV, Il Regno
di Napoli, II, Il Mezzogiorno spagnolo (1494-1622), Utet, Torino, 2005, pp. 615-630; Id.,
Storia d’Italia, XV, Il Regno di Napoli, VI, Società e cultura del Mezzogiorno moderno, Utet,
Torino, 2011, pp. 857-924.
8 M.A. Visceglia, Identità sociali. La nobiltà napoletana nella prima età moderna, UNI-
COPLI, Milano, 1988, pp. 61-66.
9 G. Muto, Istituzioni dell’Universitas e ceti dirigenti locali, in G. Galasso, R. Romeo (a
cura di), Storia del Mezzogiorno, IX, Aspetti e problemi dal Medioevo all’età moderna, II,
Edizioni del Sole, Napoli, 1991, pp. 17-62; Id., Capitale e province, in G. Galasso, A. Musi
(a cura di), Carlo V, Napoli e il Mediterraneo. Convegno internazionale, «Archivio Storico
delle Province Napoletane», CXIX (2001), pp. 418-421.
10 È quanto emerge dall’analisi dei dati contenuti in O. Beltrano, Breve descrittione
del Regno di Napoli, Beltrano, Napoli, 1644; G.M. Galanti, Della descrizione geografica
cit., L. Bianchini, Della storia delle finanze cit., II, p. 257; G. Galasso, Storia d’Italia, XV,
Il Regno di Napoli, VI, Società e cultura cit., p. 908.
11 G. Galasso, Storia d’Italia, XV, Il Regno di Napoli, VI, Società e cultura cit., p. 919.
12 Nell’ampia bibliografia sul funzionamento della storia dei banchi pubblici napoletani
rinvio, in particolare, a L. De Rosa, Gli antichi banchi napoletani e l’odierno Banco di
Napoli, Banco di Napoli, Napoli, 1958; D. Demarco, Il Banco di Napoli. L’archivio storico:
la grammatica delle scritture, Esi, Napoli, 2000. Più nello specifico, per l’epoca di riferi-
mento delle fonti descritte in queste pagine, cfr. V. Ferrandino, I banchi pubblici napoletani
e la loro contabilità nel secolo XVIII, «Contabilità e cultura aziendale», 2 (2013), pp. 7-22.
n. 47 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)