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                 cipi Carafa di Stigliano e nel delicato e lungo dibattito svoltosi tra
                 Napoli e Madrid sullo sfondo della guerra di successione spagnola, in
                 cui confluirono giochi di potere paralleli tra loro e a differenti scale di
                 grandezza. Le vicende della vendita di Torre del Greco sono state
                 oggetto, per altro, di alcuni recenti studi, attraverso i quali è stato
                 ricostruito il contesto politico del complicato passaggio dall’ultimo
                 effettivo titolare del feudo di Torre del Greco con i tre casali, il prin-
                 cipe di Stigliano Nicola Maria de Guzmán y Carafa, al demanio regio
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                 nel maggio 1699 .
                    I quattro casali erano appartenuti ai Carafa per circa un secolo,
                 dalla metà del Quattrocento fino al 1566, quando Porzia Carafa, in
                 qualità di tutrice di Fabrizio Carafa, li vendette al duca di Torremag-
                 giore Giovanni di Sangro. Passarono per un breve periodo nella titola-
                 rità dei Caracciolo marchesi di Casalbore, per poi tornare ai Carafa
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                 nel 1574 . Con la morte senza eredi, agli inizi del 1689, di Nicola
                 Maria de Guzmán y Carafa, figlio del duca di Medina Ramiro Nuñez
                 de Guzmán, viceré di Napoli e di Anna Carafa, si aprì la questione
                 della devoluzione del vasto stato feudale dei principi di Stigliano, dalla
                 cui vendita la Monarchia spagnola avrebbe potuto trarre oltre mezzo
                 milione di ducati. A ostacolare la vendita dei possedimenti concorsero
                 tre donne. In un primo momento a contendersi il feudo furono Maria
                 Anna Sinforosa de Guzmán, sorellastra del defunto Nicola Maria, che
                 rivendicava la titolarità dei beni feudali, e Maria de Toledo y Velasco,
                 vedova del defunto Nicola Maria, intenzionata a far valere il lascito
                 testamentario del marito di un milione di ducati. Successivamente
                 nelle trame per la devoluzione dei casali napoletani si inserì Maria Gel-
                 trude Wolf de Gutenberg, contessa di Berlips, sposa di Wilhelm Ludwig
                 von Berlips, militare al servizio dell’imperatore Leopoldo, divenuta
                 dama d’onore della regina Maria Anna di Neuburg moglie del sovrano
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                 di Spagna Carlo II .
                    Ma facciamo ordine.
                    Alla morte del principe Guzmán y Carafa i suoi beni furono rein-
                 tegrati alla regia corte e ne fu disposto l’apprezzo. Le operazioni di
                 stima di Torre del Greco con i tre casali furono condotte dai tavolari


                    27  R. Quirós Rosado, De mercedes y beneficios: negociación, intermediarios y política
                 cortesana en la venta de los feudos napolitanos de la condesa de Berlepsch (1698-1700),
                 «Chronica Nova», 38 (2012), pp. 221-242.
                    28  L. Aldimari, Historia genealogica della famiglia Carafa, Bulifon, Napoli, 1691, II,
                 pp. 391 ss.; si veda anche C. Russo, Carafa, Luigi, in Dbi.
                    29  Sulla Neuburg, cfr. G. Sodano, Una contessa palatina a Parma. Dorotea Sofia e l’ir-
                 ruzione delle Neuburg nella politica europea, in «Cheiron», 1 (2017), pp. 128-156. Inoltre,
                 sul ruolo delle donne nel feudalesimo moderno del Regno di Napoli, cfr. E. Novi Chavar-
                 ria, Donne, gestione e valorizzazione del feudo. Una prospettiva di genere nella storia del
                 feudalesimo moderno, «Mediterranea-ricerche storiche», XI (2014), pp. 349-364.


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                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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