Page 112 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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Si trattò, insomma, di processi di lungo periodo che rivestono molto
interesse per la storia politica e socio-economica del Regno di Napoli e
per i quali è possibile svolgere una comparazione con analoghi casi
riscontrati e studiati in altri contesti del sistema imperiale spagnolo. È
il caso del reversión al realengo, registrato nella Spagna di età moderna.
María López Díaz, nell’analizzare il señorio eclesiástico della Corona di
Castiglia, ha affrontato la questione delle interferenze giurisdizionali
tra feudalità e municipalità facendo luce sui casi in cui la spiccata
autonomia conseguita da alcune città sin dall’epoca medioevale favorì
l’avvio di reiterati tentativi di demanializzazione. Il caso della città di
Ourense, feudo del vescovo di Sigüenza, si presenta, da questo punto
di vista, alquanto particolare. Qui, nel 1628, le elité cittadine, mediante
un accordo tra il vescovo-feudatario, il capitolo ecclesiastico, il Concejo
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e la Corona, ottennero il riconoscimento della condizione demaniale .
Nel Regno di Sicilia il processo di costruzione della demanialità di
Corleone può considerarsi altrettanto paradigmatico per le dinamiche
giurisdizionali che contraddistinsero il passaggio della città da feudo
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al demanio . Nella Sicilia del XVII e XVIII secolo furono diversi i ten-
tativi promossi dalle élite locali per garantirsi un controllo diretto del
territorio. Come ha messo in evidenza Rossella Cancila, infatti, laddove
le comunità non disponevano dei mezzi finanziari per garantire la rein-
tegra al demanio, le stesse procedevano almeno alla ricompra del mero
e misto imperio, il più importante privilegio di cui godeva il baronaggio,
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sottraendogli di fatto un’ampia fetta della giurisdizione feudale .
La questione delle proclamazioni in demanio, per molti aspetti nota,
ha incontrato in sede storiografica un interesse discontinuo, eppure
ritengo che la rilevanza di questo tema possa cogliersi da un’analisi,
più ampia e puntale, su scala comparativa nel breve e nel lungo
periodo che coniughi i differenti approcci proposti sinora.
21 Cfr. D. García Hernán, Feudalesimo, gobierno y señorío en la Castiglia moderna e
M.L. Díaz, Señorío eclesiástico y jurisdicción en la Corona de Castilla (siglos XVI-XVIII), in
R. Cancila, A. Musi (a cura di), Feudalesimi nel Mediterraneo moderno, II, Feudi e giuri-
sdizioni cit., pp. 319-350, 351-379.
22 R.L. Foti, Corleone antico e nobile. Storie di città e memorie familiari. Secoli XV-XVIII,
Officina di Studi Medievali, Palermo, 2008. Un’ampia analisi della geografia feudale sici-
liana è in D. Ligresti, Feudatari e patrizi nella Sicilia moderna (Secoli XVI-XVII), Cuecm,
Catania, 1992. Per il caso siciliano e il rapporto tra città demaniali e nuove fondazioni,
cfr. L. Pinzarrone, Tra feudo e demanio. La politica delle fondazioni nella Sicilia del XVII
secolo, in A. Casamento (a cura di), Atlante delle città fondate in Italia dal tardo medioevo
al Novecento. Italia centro-meridionale e insulare, Kappa, Roma, 2013, pp. 127-136.
23 R. Cancila, Autorità sovrana e potere feudale nella Sicilia moderna, Mediterranea,
Palermo, 2013, p. 57.
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Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)