Page 123 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                   Il costoso miraggio della demanialità. Ceti emergenti e attività creditizie...  547


                   di Isernia fu tra le cause dibattute tra Napoli e Madrid negli anni Trenta
                   del Seicento, per fronteggiare la crisi finanziaria che stava attraversando
                   la Corona spagnola e che avevano a oggetto anche la vendita di altre
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                   città regie del Regno di Napoli . Fu quello il momento per le istituzioni
                   madrilene, infatti, di censire le città regie e constatare quali e quante
                   continuavano a rivestire un’importanza tale da esigere il mantenimento
                   o meno dello stato demaniale per “pubblica necessità”. Lunghe e com-
                   plesse furono, in quell’occasione, le trattative politiche tra il centro
                   castigliano e Napoli per la definizione di soluzioni che non furono e non
                   potevano essere sempre univoche, ma che piuttosto erano dettate dalle
                   circostanze e dalla possibilità di riconsiderare il ruolo delle singole città
                   nella più vasta politica della Corona per il governo del Regno. Dall’altro
                   lato, circostanze di questo tipo stimolarono anche le élite locali a nomi-
                   nare propri procuratori presso i tribunali napoletani per la risoluzione
                   delle stesse trattative e per raggiungere accordi, al fine di mantenere il
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                   regime demaniale versando simboliche somme di denaro .
                      Nel caso di Isernia, il Collaterale difese il mantenimento dello stato
                   demaniale della città perché era l’unica nel Contado di Molise a vantare
                   una lunga tradizione di città regia, per effetto di privilegi prima dei
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                   sovrani aragonesi e poi degli Asburgo di Spagna .
                      Diversamente dai due casi precedentemente analizzati, le vicende
                   di Isernia si contraddistinsero anche per la più estesa articolazione
                   sociale della città, che presentava una divisione in ceti. Il patriziato
                   urbano, infatti, era riunito nel Consiglio dei nobili, composto da venti-
                   cinque esponenti della nobiltà cittadina che aveva il pieno controllo dei
                   poteri municipali, provvedendo all’elezione di cinque componenti del-
                   l’università (un mastrogiurato, due compagni del ceto dei nobili e due
                   eletti). Fu proprio la nobiltà cittadina a farsi promotrice del manteni-
                   mento dello stato demaniale con l’esborso del denaro necessario,
                   secondo dinamiche finanziarie analoghe a quelle indicate per gli altri


                      54  Una prima analisi del momento di crisi e dell’urgente esigenza di vendita delle terre
                   demaniali nei primi decenni del XVII secolo è in F. Del Vecchio, La vendita delle terre
                   demaniali nel Regno di Napoli dal 1628 al 1648, «Archivio Storico delle Province Napole-
                   tane», CIII (1985), pp. 163-211; più di recente ha indagato la questione G. Cirillo, Spazi
                   contesi cit., II, pp. 248-271.
                      55  Si vedano, a titolo di esempio, i casi di Chieti e Teramo nelle ricostruzioni fatte in
                   M. Trotta, Potere feudale e controllo feudale alla periferia del Regno: l’Abruzzo citra nell’età
                   moderna (secoli XVI-XVII) in A. Musi, M.A. Noto (a cura di), Feudalità laica e feudalità
                   ecclesiastica cit., pp. 293-310. Per Monopoli e Ostuni, in cui i processi di aristocratizza-
                   zione della società tra XVI e XVII secolo produssero le prelazioni in demanio delle stesse
                   città, si rinvia a A. Carrino, La città aristocratica. Linguaggi e pratiche della politica a
                   Monopoli tra Cinque e Seicento, Edipuglia, Bari, 2000; Ead., Il feudatario in città. Ostuni
                   sotto gli Zevallos, in A. Carbone (a cura di), Scritti in onore di Giovanna Da Molin. Popola-
                   zione, famiglia e società in età moderna, Cacucci, Bari, 2017, pp. 107-126.
                      56  G. Cirillo, Spazi contesi cit., II, p. 262.


                   n. 47                        Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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