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Il costoso miraggio della demanialità. Ceti emergenti e attività creditizie... 549
di Isernia, che di fatto perse il primato di maggior centro, di cui aveva
goduto fino a quel momento, in favore di Campobasso e solo un secolo
dopo riuscì a riscattarsi dal demanio. Isernia rimase nella titolarità di
Carlo Greco fino all’agosto del 1644 quando fu venduta al marchese
del Vasto, Diego d’Avalos, per 21.000 ducati. Successivamente Isernia
passò, nel 1698, a Fulvio di Costanzo, principe di Colledanchise, che
l’acquistò per 20.000 ducati e, nel 1712, tornò ancora nella titolarità
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della famiglia d’Avalos . Il persistere di una situazione debitoria delle
famiglie che erano entrate in possesso del feudo portò nel 1733 alla
confisca dei beni al regio fisco e dunque alla disposizione del relativo
apprezzo, che fu fatto dieci anni dopo, nel 1744, dal regio tavolario
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Casmiro Vetromile che stimò Isernia per il valore di 60.504 ducati .
Fu l’intervento dell’avvocato Forlosia, nella causa istruita presso il
tribunale di Santa Chiara a Napoli, a favorire la stipula di un accordo
con i creditori del marchese d’Avalos, nel febbraio 1742. L’università
di Isernia, appellandosi anch’essa al diritto di prelazione, si impegnò
al pagamento di 43.000 ducati per saldare i debiti gravanti sullo stesso
feudo, versando da subito al regio fisco la somma di 10.000 ducati e i
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restanti 33.000 ducati nell’arco di un anno [Tab. IV].
Tab. IV – Polizze per il riscatto della città di Isernia
SOMMA
BANCO DATA POLIZZA DEPOSITANTE
IN DUCATI
Pasquale Terzi
Pietà 9 maggio 1742 1.200,00,00
de Vincenzi
Pasquale Terzi
Pietà 30 luglio 1743 4.700,00,00
de Vincenzi
monastero di S. Chiara
Poveri 21 febbraio 1742 3.200,00,00
di Isernia
«signori governatori e
Spirito Santo 4 maggio 1742 cittadini e particolari 5.400,00,00
della città d’Isernia»
Spirito Santo 13 febbraio 1743 Giuseppe Perrone 3.101,00,00
Tra i cittadini che si fecero carico dei maggiori sforzi economici e
garanti dei prestiti accesi presso i banchi napoletani vi erano diversi
esponenti del patriziato cittadino, come i due procuratori nominati per
seguire il processo a Napoli, Felice Antonio Maselli e Giuseppe
Magnanti; e anche esponenti dei poteri municipali, quali il mastrogiu-
60 F. Luise, I d’Avalos. Una grande famiglia aristocratica a Napoli nel Settecento,
Liguori, Napoli, 2006.
61 Asn, Processi Antichi, Pandetta corrente, b. 55/182, ora in E. Novi Chavarria, V.
Cocozza (a cura di), Comunità e territorio cit., pp. 520-550.
62 Asn, Real Camera di S. Chiara, Cancelleria, Decretorum, vol. 11, ff. 1r-78v.
n. 47 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)