Page 127 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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Il costoso miraggio della demanialità. Ceti emergenti e attività creditizie... 551
sti temi, per mettere in evidenza alcuni dei mutamenti che caratteriz-
zarono la ‘sociologia del feudo’ nel Mezzogiorno moderno e quella plu-
ralità di poteri, delle università in primis, concorrenziali alla feudalità
che interagirono costantemente tra loro, in situazioni di alternanza e/o
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di coesistenza, per reclamare il riconoscimento di usi e prerogative . I
processi di demanializzazione rappresentarono, in tal senso, uno degli
esiti del dinamismo sociale e della lotta politica che animarono gli spazi
di potere nella periferia, alternativo sia alle proteste violente e sia alla
resistenza armata delle popolazioni che di recente sono state oggetto
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di rinnovata attenzione da parte degli storici . Dal confronto delle carte
degli antichi banchi pubblici è stato possibile individuare o, in altri
casi, semplicemente confermare la vitalità politica delle comunità
regnicole, diverse tra loro per articolazione sociale, per strutture eco-
nomiche e, non da ultimo, per le vicende feudali. Il passaggio da feudo
a demanio di Torre del Greco, Campobasso e Isernia segnò per le
rispettive compagini locali l’avvio di significative trasformazioni dello
scenario sociale, politico ed economico. Soprattutto, attraverso i riscatti
in demanio, è stato possibile evidenziare l’affermarsi di nuovi gruppi
sociali o il rafforzamento di quelli esistenti che adirono alla autonomia
giurisdizionale secondo modalità di contesa politica del tutto peculiari.
La demanializzazione di Isernia del 1744 fu l’atto finale della lunga
serie di rivendicazioni cittadine dibattute nelle sedi istituzionali napo-
letane da tempo risalente e che vide la continua partecipazione del
patriziato urbano, componente sociale già esistente in città. Nonostante
tutto, la causa demaniale non pose rimedio al graduale ridimensiona-
mento del ruolo egemone di Isernia nel contesto della provincia di
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Molise .
Nel caso di Torre del Greco si assistette al consolidamento di una
forza sociale già presente, i corallari, che stava modificando la propria
fisionomia. Grazie alla demanializzazione essi ottennero importanti pri-
vilegi e prerogative per le attività della pesca e il governo del territorio.
Sin dagli inizi del XVII secolo, i corallari si erano aggregati nel Pio
Monte dei Marinari, confraternita devozionale, che giocò un ruolo
importante poi nella restituzione del debito contratto dall’Università
per la demanializzazione. Ancor di più, i corallari assunsero, tra XVIII
e XIX secolo, la forma di un’élite impresaria che seppe trarre dal corallo
68 Appare interessante, in tal senso, rinviare al quadro degli studi tracciato in A.
Musi, Tra conservazione e innovazione: studi recenti sulla feudalità nel Mezzogiorno
moderno, R. Cancila, A. Musi (a cura di), Feudalesimi nel Mediterraneo cit., pp. 185-206.
69 D. Cecere, Le armi del popolo cit.
70 Sui processi di formazione delle gerarchie urbane nel Molise di età moderna e sul-
l’affermazione del primato di Campobasso, cfr. G. Brancaccio, Il Molise medievale e
moderno cit., pp. 284-290.
n. 47 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)