Page 128 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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sempre maggiori profitti, sommando alla pesca del corallo grezzo anche
la sua lavorazione per la commercializzazione di oggetti preziosi nei cir-
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cuiti del collezionismo europeo .
Infine, a Campobasso, gli anni Trenta e Quaranta del Settecento,
furono contraddistinti da una marcata tensione sociale tra due distinti
schieramenti, quello del ceto baronale e quello dei demanisti. Questi
ultimi, seppur numericamente in minoranza, dimostrarono di essere
una compatta forza socio-politica di matrice mercantile, in grado di
avere la meglio e conseguire la demanializzazione della città. Si trattò
in questo caso dell’effettiva ascesa di una forza sociale, nuova nella
compagine cittadina, di «benestanti, proprietari, nobili viventi che
erano gli antenati dei ben noti ‘galantuomini meridionali’» – come
descritto da Pasquale Villani per altre realtà regnicole – e che divenne
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parte attiva nello sviluppo socio-economico dei decenni successivi .
Le storie di reintegra in demanio, però, non possono esaurirsi di
certo nelle vicende qui ricostruite. E se esse, come pare, costituiscono
un aspetto di non poco conto del più ampio quadro giurisdizionale per
il governo del territorio del Regno di Napoli nei secoli dell’età moderna,
varrà probabilmente la pena, a partire magari da queste note, tornare
di nuovo a discuterne. L’analisi della rimessa del debito, ad esempio,
è solo una delle questioni da prendere ancora in esame in una rico-
struzione di lungo periodo, per i momenti di tensione che pure ne con-
seguirono date le difficoltà a sanare i debiti contratti e la continua
ridefinizione degli equilibri politici locali da parte dei nuovi attori sociali
che intorno a esse si vennero configurando. Certamente i casi qui pro-
posti concorrono per loro verso a tratteggiare un Mezzogiorno e un feu-
dalesimo multiformi e tutt’altro che immobili. I processi di riscatto in
demanio delineano certamente la densa trama della vita politica a
livello locale e il dinamismo cetuale di quelle comunità che, pure a costo
di ingenti aggravi economici, si fecero promotrici di una via alternativa
alla eversione della feudalità.
71 Cfr. V. Ferrandino, Il Monte Pio dei marinai di Torre del Greco cit.
72 Il corsivo è mio. La citazione è tratta da P. Villani, Feudalità, riforme, capitalismo
agrario. Panorama di storia sociale italiana tra Sette e Ottocento, Laterza, Bari, 1968,
p. 60; dello stesso autore si veda anche Mezzogiorno tra riforme e rivoluzione, Laterza,
Bari, 1962.
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Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)