Page 185 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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Tra storia e letteratura: il caso dell’ebrea di Toledo 609
gnola. Feuchtwanger, che Thomas Mann chiamava «il piccolo maestro»,
con rispetto venato di ironia e che il minore dei Mann, Heinrich, defi-
niva l’inventore del romanzo «alla Feuchtwanger», era grande amico di
Berthold Brecht, con cui condivise l’esilio in Francia. Era stato uno
scrittore di grande successo negli anni tra le due guerre, ma dopo la
guerra era stato dimenticato dai lettori delle due Germanie: ad Ovest
si diffidava delle sue aperte simpatie per Stalin e la Russia sovietica (
per cui era entrato in polemica con Gide) e ad Est non lo si considerava
sufficientemente dotato di coscienza di classe. Ballata spagnola pre-
senta la vicenda in prospettiva ebraica, grazie a un nuovo personaggio:
Jehuda ben Ezra, il padre di Raquel, ebreo orgoglioso della sua cultura
e della sua religione al punto di inserire la menorah nel suo blasone,
ricco uomo d’affari e abilissimo amministratore, che si serve del suo
denaro, del suo potere e persino della bellezza di sua figlia per aiutare
il suo popolo, soprattutto gli ebrei cacciati dalla Francia da Filippo
Augusto. Prima di morire insieme con la figlia Jehuda riesce a mettere
in salvo il bambino che Raquel aveva avuto dal re per farlo crescere da
ebreo. Altri nuovi personaggi sono gli intellettuali, i saggi delle tre reli-
gioni il cui dialogo fa da costante contrappunto alle vicende dei perso-
naggi principali: Musa ibn Da’ud, lo scienziato musulmano, che nel
romanzo vive nel palazzo dei ben Ezra, Benjamin Bar Abba, giovane
studioso ebreo, e il futuro arcivescovo Rodrigo Jimenez de Rada.
Nelle varie versioni della storia il personaggio della bella ebrea è
sempre un personaggio negativo, ambiziosa e arrogante se non addi-
rittura maga, fattucchiera, strega. Con la luminosa eccezione di Lope
de Vega: nella Spagna del siglo de oro, la sua Raquel è una donna inna-
morata, ma anche un’ebrea dolorosamente consapevole dell’estrema
fragilità della condizione del suo popolo, no hay tan vil cristano/ que
no nos traiga a sus pies, dice alla sorella. A svelarla pienamente come
martire saranno due ebrei, Halevy e, soprattutto, Feuchtwanger: la
scena della morte di Rachel, uccisa anche dalla spietata missione di
vendetta di Elezear, suo padre, ne La juive e quella della morte di
Raquel, uccisa dal giardiniere Belardo, il personaggio creato da Lope
de Vega, in Ballata spagnola, sono di incredibile drammaticità.
Un celebre articolo di Umberto Eco elencava dieci modi di sognare
il Medioevo: e un paio di questi modi possono agevolmente riconoscere
nelle tante varianti che abbiamo passato in rassegna. Per Lope de Vega
il XII secolo, Alfonso VIII, Eleonora d’Inghilterra, Alarcos e la reconqui-
sta sono «maniera e pretesto» per raccontare una storia d’amore, per
parlare del suo amore contrastato; nella versione di Cazotte, invece,
siamo di fronte al Medioevo «romantico» e gotico, con magie e incante-
simi. Ma più che di sogno, per questa storia raccontata e rivissuta per
secoli, è il caso di parlare di incubo: gli incubi dell’età moderna e del
XX secolo, l’antisemitismo, la caccia alle streghe, l’Olocausto.
n. 47 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)