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                   Tra storia e letteratura: il caso dell’ebrea di Toledo          609


                   gnola. Feuchtwanger, che Thomas Mann chiamava «il piccolo maestro»,
                   con rispetto venato di ironia e che il minore dei Mann, Heinrich, defi-
                   niva l’inventore del romanzo «alla Feuchtwanger», era grande amico di
                   Berthold Brecht, con cui condivise l’esilio in Francia. Era stato uno
                   scrittore di grande successo negli anni tra le due guerre, ma dopo la
                   guerra era stato dimenticato dai lettori delle due Germanie: ad Ovest
                   si diffidava delle sue aperte simpatie per Stalin e la Russia sovietica (
                   per cui era entrato in polemica con Gide) e ad Est non lo si considerava
                   sufficientemente dotato di coscienza di classe. Ballata spagnola pre-
                   senta la vicenda in prospettiva ebraica, grazie a un nuovo personaggio:
                   Jehuda ben Ezra, il padre di Raquel, ebreo orgoglioso della sua cultura
                   e della sua religione al punto di inserire la menorah nel suo blasone,
                   ricco uomo d’affari e abilissimo amministratore, che si serve del suo
                   denaro, del suo potere e persino della bellezza di sua figlia per aiutare
                   il suo popolo, soprattutto gli ebrei cacciati dalla Francia da Filippo
                   Augusto. Prima di morire insieme con la figlia Jehuda riesce a mettere
                   in salvo il bambino che Raquel aveva avuto dal re per farlo crescere da
                   ebreo. Altri nuovi personaggi sono gli intellettuali, i saggi delle tre reli-
                   gioni il cui dialogo fa da costante contrappunto alle vicende dei perso-
                   naggi principali: Musa ibn Da’ud, lo scienziato musulmano, che nel
                   romanzo vive nel palazzo dei ben Ezra, Benjamin Bar Abba, giovane
                   studioso ebreo, e il futuro arcivescovo Rodrigo Jimenez de Rada.
                       Nelle varie versioni della storia il personaggio della bella ebrea è
                   sempre un personaggio negativo, ambiziosa e arrogante se non addi-
                   rittura maga, fattucchiera, strega. Con la luminosa eccezione di Lope
                   de Vega: nella Spagna del siglo de oro, la sua Raquel è una donna inna-
                   morata, ma anche un’ebrea dolorosamente consapevole dell’estrema
                   fragilità della condizione del suo popolo, no hay tan vil cristano/ que
                   no nos traiga a sus pies, dice alla sorella. A svelarla pienamente come
                   martire saranno due ebrei, Halevy e, soprattutto, Feuchtwanger: la
                   scena della morte di Rachel, uccisa anche dalla spietata missione di
                   vendetta di Elezear, suo padre, ne La juive e quella della morte di
                   Raquel, uccisa dal giardiniere Belardo, il personaggio creato da Lope
                   de Vega, in Ballata spagnola, sono di incredibile drammaticità.
                       Un celebre articolo di Umberto Eco elencava dieci modi di sognare
                   il Medioevo: e un paio di questi modi possono agevolmente riconoscere
                   nelle tante varianti che abbiamo passato in rassegna. Per Lope de Vega
                   il XII secolo, Alfonso VIII, Eleonora d’Inghilterra, Alarcos e la reconqui-
                   sta sono «maniera e pretesto» per raccontare una storia d’amore, per
                   parlare del suo amore contrastato; nella versione di Cazotte, invece,
                   siamo di fronte al Medioevo «romantico» e gotico, con magie e incante-
                   simi. Ma più che di sogno, per questa storia raccontata e rivissuta per
                   secoli, è il caso di parlare di incubo: gli incubi dell’età moderna e del
                   XX secolo, l’antisemitismo, la caccia alle streghe, l’Olocausto.


                   n. 47                        Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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