Page 182 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                 cato commesso. Qui il re apprende il giudizio divino due anni dopo la
                 disfatta di Alarcos da un messagero biancovestito, con barba e capelli
                 bianchi, e con un capiello de Ultramar in testa che entra por la puerta
                 nella sua stanza, a Illescas, e gli comunica che per il peccato com-
                 messo non solo aveva già subito la terribile disfatta, ma i suoi figli
                 maschi non avrebbero mai regnato.
                     La storia continua a rimbalzare da un testo all’altro arricchendosi
                 di particolari e diventando via via sempre più narrazione, sempre più
                 letteratura. La giovane ebrea diventa personaggio, le si attribuisce un
                 nome o meglio si trasforma in nome l’aggettivo Fermosa, hermosa,
                 bella, che la definiva, si sottolinea sempre di più la sua grande bellezza,
                 ma si insinua anche che il grande amore del re sia dovuto alla magia,
                 a fechycos e esperamientos; e infine le si attribuisce una fine tragica,
                 trucidata quasi sotto gli occhi dell’amante dai nobili che volevano libe-
                 rare il sovrano da un amore indegno. E in questa versione elaborata
                 l’episodio finisce per essere accolto come fatto storico stabilito nella
                 cultura dell’età moderna.


                 Dalle storie alla letteratura: il romance e Lope de Vega

                     L’ingresso nella letteratura della storia di re Alfonso e dell’ebrea
                 avviene attraverso una porta modesta, quella del romance, «compo-
                 nimento lirico-narrativo..., a sfondo leggendario e inizialmente con
                 andamento epico» di larga diffusione e carattere popolare, secondo
                 la definizione di Salvatore Battaglia. Il Cancionero de romances saca-
                 dos de las coronicas de Espana, con otros di Lorenzo de Sepulveda,
                 pubblicato nella seconda metà del XVI secolo, comprende quello che
                 parla  Del rey Alfonso y de la judia.  E veramente, alla lettera, il
                 romance è preso dalle cronache di Spagna, e vi si ritrovano tutti i
                 dettagli fissati nelle versioni più tarde: le nozze muy ricas y honradas
                 a Burgos con Eleonora; il colpo di fulmine per l’ebrea che Fermosa
                 habia por nombre/ quadrale el nombre llamado ; i sette anni d’amore
                 per cui il re dimentica il suo regno e persino sé stesso; la congiura
                 dei nobili e il violento assassinio della bella amante del re mentre
                 stava sobre un muy rico estrado, l’apparizione dell’angelo a Illescas,
                 e il pentimento finale di Alfonso, che prega l’angelo di essere il suo
                 avvocato davanti a Dio.
                     A trasportare nella grande letteratura l’ormai notissima storia
                 d’amore e di morte sarà la penna feconda e brillante della Fénix de los
                 ingenios, Lope de Vega. Lope rielabora la vicenda nel canto XIX del
                 poema epico La Gerusalemme conquistata: il re, tornando dalla cro-
                 ciata, se rinde a amor lascivo de una hebrea / para que injuria de sus
                 hechos sea. La bella ebrea cambia nome, non più Fermosa, ma


                                                                                n. 47
                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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