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618 Paolo Bernardini
staurazione Meji nel 1868. Se andiamo a vedere gli echi in Italia, pos-
siamo trovarne uno assai interessante in un opuscolo estremamente
raro, conservato a quanto sembra solo in due biblioteche di Cagliari. Si
tratta di un opuscolo dove un “liberale” si contrappone a un “codinone”,
nel giudicare i motivi, le possibili conseguenze, e il significato generale
della convocazione di tutti i vescovi a Roma per la canonizzazione del
1862. Affiorano qui, lette attraverso il singolare episodio del rapporto
che veniva a instaurarsi con il Giappone, tramite questo atto pontificio,
le tensioni tra il partito clericale e quello piemontese, allora più che
mai vive, a unificazione (parziale) appena compiuta.
La questione del baco da seta giapponese sembra appartenere a di-
mensioni affatto diverse, rispetto a quelle della canonizzazione dei ven-
tisei martiri. Ma alla fine vedremo che la distanza non è così radicale.
Alla metà del secolo si aggrava la crisi della sericoltura italiana e fran-
cese. Questa crisi ha luogo durante la cosiddetta “seconda rivoluzione
agricola”, che interessa il nostro Paese intorno alla metà dell’Ottocento,
in significativa coincidenza con le rivoluzioni politiche europee e il pro-
cesso di unificazione poi parzialmente compiuto nel 1861. Da un lato il
processo di industrializzazione del paese provocava, assieme all’inci-
piente fenomeno migratorio, l’abbandono delle campagne, e l’urbaniz-
zazione violenta dei contadini, assieme al flusso migratorio “interno”,
dal Sud al Nord. Dall’altro, venivano importate ed estensivamente col-
tivate sementi già ben presenti, da secoli, sul suolo italiano, come il
mais, o la patata, in modo sempre più massiccio, attraverso nuovi stru-
menti meccanici, che sostituivano ad esempio i vecchi aratri a trazione
animale; e attraverso soprattutto l’uso, per la prima volta, di concimi
chimici, già sperimentati fuori dai confini italiani.
Il risultato di questo vero e proprio sconvolgimento agrario in un
Paese come l’Italia ancora basato – lo sarà fino al secondo dopoguerra
– sull’agricoltura, sarà l’arrivo dell’epidemia di pebrina. La pebrina è
una malattia del baco. La causa è l’ingestione, da parte dell’insetto,
delle spore di un particolare mesozoo. Atrofizzato – da qui l’uso di chia-
mare la malattia “atrofia del baco” – il baco medesimo non produce più
bava, ovvero, quel che sarà la base del filo serico. Ecco che quasi ma-
gicamente appare dal Giappone il baco giapponese, apparentemente
allevabile – o coltivabile a seconda del punto di vista – con minore o
nulla affezione da parte della terribile malattia. L’introduzione del baco
giapponese interesserà praticamente ogni territorio italiano ove vi fosse
sericultura. Ce ne rendiamo conto considerando anche solo sommaria-
mente la produzione scientifico-letteraria al riguardo.
Prima di prendere in esame un caso rappresentativo, vicino a Verona,
di introduzione del baco del Sol Levante, occorre tenere presente che
se da un lato le malattie delle piante non potevano essere ascritte a
una origine “nazionale” o quantomeno “geografica” precisa – e occorre
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Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)