Page 72 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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496 Francesca Fausta Gallo
frammentarie. Ci è rimasto un volume intitolato Opuscola, del quale
esistono ormai pochi esemplari, stampato a Venezia nel 1520 che,
come dice il titolo, comprendeva una raccolta di saggi su svariati argo-
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menti e che testimoniano i suoi principali interessi . Abbiamo, poi,
una grammatica sulle regole di costruzione del verbo latino e, soprat-
tutto, il vocabolario, siciliano-latino (I volume) e latino-siciliano-spa-
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gnolo (II volume), di sicuro il suo testo più famoso .
Da queste opere dobbiamo partire per tentare una prima ricostru-
zione della sua figura di intellettuale e del ruolo da lui giocato all’in-
terno della cultura siciliana di primo Cinquecento.
Le opere ‘storiche’: il passato al servizio del presente
La sua produzione si concentra sostanzialmente su due temi: l’eru-
dizione storica e gli studi linguistici e filologici e, in entrambi i casi, il
Nebrija e il Lascaris sono riferimenti costanti.
Gli Opuscola, divisi in due parti, si aprivano con il De rebus praecla-
ris Syracusanis, l’unico scritto della raccolta definito “opus”, quasi a
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suggellarne l’importanza e che, assieme ad altri opuscoli che costi-
tuiscono la prima parte dell’opera, ricostruiva il passato di Siracusa.
L’interesse per la storia era una componente essenziale della cultura
umanistica: la sempre più marcata secolarizzazione nell’interpretazione
delle vicende del passato si accompagnava all’imitazione degli autori
classici, soprattutto in merito agli aspetti stilistici e retorici che ricon-
ducevano la narrazione storica a un genere letterario che non poteva
prescindere dall’uso del latino, la lingua che più e meglio di altre ne
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assecondava le finalità retoriche .
In Spagna, dove lo Scobar aveva iniziato la sua formazione, cre-
scente era stata l’attenzione degli intellettuali, ma anche del potere
20 Ho consultato la cinquecentina, una delle poche rimaste, conservata nella Biblio-
teca Comunale di Siracusa.
21 Collaborò anche alla stesura di alcuni testi del Nebrija, vedi ultra.
22 Gli altri scritti sono definiti genericamente opuscoli, “elucubrazioni”, esposizioni,
ecc. A seguire del De rebus praeclaris, vi erano altri due opuscoli riconducibili alla storia
antica di Siracusa: il De Syracusanorum stratagemmatis, che illustrava alcune astuzie
militari ad opera di generali e tiranni siracusani, ricavate dagli Stratagemata di Giulio
Frontino; il Joannes Nasonis siculi de dictis siculis annotamentum che raccoglieva alcune
sentenze sui tiranni siracusani messe insieme dall’erudito siciliano Giovanni Naso, di
Corleone, poeta latino e funzionario pubblico a Palermo. Sugli altri opuscoli ci sofferme-
remo nelle pagine seguenti. Per un’analisi degli aspetti linguistici, si veda A. Tramontana,
Polemiche linguistiche in Sicilia tra Nicolò Valla e Lucio Cristoforo Scobar, in G. Rando, M.G.
Adamo (a cura di), Classico e moderno. Scritti in memoria di Antonio Mazzarino, Falzea
Editore, Reggio Calabria, 2012, pp. 479-503, che ha esaminato una copia della cinque-
centina conservata nella Biblioteca Comunale di Palermo, alla segnatura XI. F. 28.
23 Ancora suggestive le riflessioni di E. Garin, L’umanesimo italiano, Laterza, Roma-
Bari, 1981, pp.14-16.
n. 47
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)