Page 68 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                 chitettura. La Sicilia, tuttavia, è stata solo lambita da questo recupero
                 dell’umanesimo meridionale e ricordata soprattutto grazie ad Antonello
                 da Messina e a Domenico Gagini: l’Isola continua, quindi, ad avere quel
                 ruolo marginale che le è stato assegnato, anche per la mancanza di
                 studi recenti e aggiornati, nelle più generali riflessioni sulla cultura, la
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                 letteratura e l’arte dei secoli XV e XVI .
                    E tuttavia, tra il XV e il XVI secolo, la Sicilia fu importante crocevia
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                 culturale  nel cuore del Mediterraneo: numerosi erano i siciliani che si
                 spostavano dall’Isola per andare a studiare o a insegnare in altri centri,
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                 in Italia o all’estero , e altrettanto numerosi furono gli intellettuali e gli
                 eruditi stranieri che si trasferirono, per periodi più o meno lunghi, in
                 Sicilia, dedicandosi all’insegnamento o ricoprendo cariche pubbliche e
                 religiose. La forte mobilità degli umanisti era, del resto, una loro pecu-
                 liarità e aveva diverse motivazioni: la ricerca di un’occupazione capace
                 di garantire una soddisfacente posizione economica, ma anche l’inse-
                 rimento nei circuiti culturali più prestigiosi; l’attrazione esercitata dalla
                 presenza di illustri maestri; la continua ricerca di manoscritti e codici
                 conservati, spesso, in luoghi remoti.
                    La Sicilia, da questo punto di vista, rappresentava un sicuro
                 richiamo: luogo di incontro tra Oriente e Occidente, aveva mantenuto
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                 vivo il legame con la cultura ellenica di cui era stata parte integrante .
                 La presenza di monaci basiliani nella parte nord-orientale dell’Isola e
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                 in Calabria  aveva, inoltre, incentivato lo studio della lingua greca dive-
                 nuto obbligatorio nel 1404 per i basiliani del convento di San Salvatore
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                 di Messina . Da quel momento il convento si dotò di un maestro di


                    2  N. De Blasi, A. Varvaro, Napoli e l’Italia meridionale, in Letteratura italiana, storia e
                 geografia, t. I, Einaudi, Torino, 1988, pp.235-325, hanno sottolineato l’isolamento, lo
                 «squallore», i ritardi e le assenze della cultura letteraria della Sicilia del XV secolo ed
                 hanno esteso anche al XVI secolo il parere negativo, definendo «stagnanti» la vita culturale
                 e letteraria dell’Isola. Si veda anche H. Bresc, Un monde méditerranéen. Économie et
                 société en Sicile 1300-1450, École française de Rome, Roma, 1986, che sottolinea la subal-
                 ternità della cultura siciliana rispetto a quella continentale e, più in generale, europea.
                    3  D. Ligresti, Sicilia aperta (secoli XV-XVII), Mobilità di uomini e idee, Quaderni di Medi-
                 terranea, Palermo. 2006, in particolare pp. 215-304.
                    4  Tra i più famosi ricordiamo Pietro Ranzano, Antonio Beccadelli detto il Panormita,
                 Giovanni Picciuneri, detto l’Aurispa, Lucio Marineo Siculo, Cataldo Parisio, Lucio Fla-
                 minio; si vedano i vari profili nel Dbi, ad vocem. Un vasto elenco di siciliani che studia-
                 rono e si addottorarono nelle più prestigiose università italiane si può vedere in D.
                 Ligresti, Sicilia aperta cit., pp.222-226.
                    5  Non erano infrequenti i viaggi di intellettuali siciliani in Oriente; alcuni di questi,
                 come l’Aurispa, al loro rientro portarono con sé codici bizantini e greci ai quali attinsero
                 generazioni di umanisti.
                    6  M. Scaduto, Il Monachesimo basiliano nella Sicilia medievale, Edizione di storia e
                 letteratura, Roma, 1947.
                    7  L. Perroni Grande, Per la storia del monastero del Ss. Salvatore di Messina e per la
                 biografia di Costantino Lascaris, «Archivio Storico Messinese» III (1902), pp.208-211.


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                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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