Page 70 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 47, dicembre 2019
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                 mando nuove generazioni di eruditi, anche questi destinati a viaggiare
                 e a diffondere il loro sapere, contribuendo così, generazione dopo gene-
                 razione, a costruire una cultura locale sempre più solida, inserita nei
                 circuiti internazionali ma capace di rispondere alle esigenze delle
                 diverse comunità isolane.


                 Luigi Cristofaro Scobar: dalla Spagna alla Sicilia

                    Un caso emblematico è quello di Luigi Cristofaro Scobar, noto anche
                 come Cristóbal Escobar, che operò in diversi centri siciliani, in parti-
                 colare ad Agrigento e a Siracusa dove rivestì l’incarico di canonico.
                                                                     14
                    Poche e non del tutto sicure le notizie sulla sua vita . Nato a Niebla,
                 nel 1460, fu allievo di Elio Antonio de Nebrija. Verso il 1490 si trasferì a
                 Roma e da qui a Messina – che, come accennato, rappresentava un cen-
                 tro di richiamo – frequentando la scuola di greco di Costantino Lascaris
                 presso il monastero di San Salvatore, dove ebbe modo di conoscere Pietro
                 Bembo. Nominato canonico della cattedrale di Siracusa vi fondò un’ec-
                 cellente scuola di latino e qui, probabilmente, morì nel 1526; fu, anche,
                 cappellano a Palermo e “ciantro” ad Agrigento. La sua presenza come
                 insegnante è attestata a Lentini, Caltagirone, Noto, dove creò un dotto
                 cenacolo di discepoli. Un’intensa attività che lo vide presente in numerosi
                                                                            15
                 centri dell’Isola, in molti dei quali lasciò un’impronta duratura .
                    Queste scarne notizie non consentono di ricostruire i legami che lo
                 Scobar strinse durante gli anni della sua formazione giovanile con gli


                 studi filologici e linguistici siciliani, Palermo, 1971, pp.45-50. L’ancora utile M. Catalano
                 Tirrito, L’istruzione pubblica in Sicilia nel Rinascimento, «Archivio storico per la Sicilia
                 orientale», n. 8 (1911), pp.132-157, attesta la diffusa presenza di scuole e insegnanti
                 nell’isola, già dal XIV secolo, così come D. Evola, Scuole e maestri in Sicilia nel secolo XV,
                 «Archivio Storico Siciliano», serie III, n. X (1959), pp.35-90. Più in generale, per l’Italia,
                 si veda E. Garin, L’educazione in Europa, 1400-1600, Laterza, Bari, 1957; P. Grendler,
                 Schooling in Renaissance Italy: Literacy and Learning, 1300-1600, Johns Hopkins Uni-
                 versity Press, Baltimore Md., 1989; R. Black, Humanism and Education in Medieval and
                 Renaissance Italy. Tradition and Innovation in Latin Schools from the Twelfth to Fifteenth
                 Century, Cambridge University Press, Cambridge, 2001.
                    14  L. Perroni Grande, Notizie e documenti da servire per la storia del libro in Sicilia nel
                 secolo decimosesto, «Atti della Regolare Accademia Peloritana. Classe di scienze storiche
                 e filologiche e classe di lettere, filosofia e belle arti», n. 38 (1936), pp. 41-61; N.D. Evola,
                 Scuole e maestri cit., pp. 47-50; F. Giunta, Documenti inediti su Cristoforo Scobar e Nicolò
                 Valla, «Bollettino. Centro di studi filologici e linguistici siciliani», n.5 (1957), pp.343-345;
                 A. Tramontana, L’eredità di Costantino Lascaris a Messina nel primo ‘500, in In nobili
                 civitate Messanae. Contributi alla storia dell’editoria e della circolazione libraria a Messina
                 e Sicilia in età moderna, Futura print, Messina, 2013, pp.121-63.
                    15  Minimizzano il suo ruolo N. De Blasio, A.Varvaro, Napoli e l’Italia meridionale cit.,
                 p.317, secondo i quali lo Scobar avrebbe insegnato il latino a un livello «decente», ma
                 mediocri sarebbero stati i risultati: il suo «più cospicuo allievo» fu, infatti, il nobile sira-
                 cusano Claudio Maria Arezzo «sicché difficilmente si può considerare la scuola dello Sco-
                 bar come un’eccezione alla perifericità delle istituzioni scolastiche isolane».


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                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
                 ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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