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assunto una significativa valenza all’interno del dibattito culturale
siciliano, scegliendo, come terreno di elezione, la storia locale. La
Sicilia, in quegli anni, stava vivendo dei profondi cambiamenti politici
legati al complesso quadro geo-politico europeo dominato dalle
Guerre d’Italia ma, anche, dalle crisi dinastiche seguite alla morte
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dei re Cattolici che avrebbero consegnato la Spagna e le sue dipen-
denze agli Asburgo. Tali vicende lacerarono profondamente la società
isolana, contrapponendo aristocratici, patriziati, ordini professionali,
artigiani, mercanti, città e determinando un profondo ripensamento
del ruolo e delle funzioni della maggiore nobiltà del Regno, del suo
rapportarsi con la corona, del significato e del peso dei maggiori cen-
tri urbani, del valore della demanialità e delle attribuzioni dei patri-
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ziati cittadini .
È all’interno di questa congiuntura politica che la storiografia locale
cominciò a giocare un ruolo significativo, funzionale alle esigenze di
promozione dei vari centri, nel momento in cui si ridefinivano le gerar-
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chie urbane e la selezione dei patriziati cittadini . Fra la fine del ‘400
e gli inizi del XVI secolo alcune città cominciarono, così, a dotarsi di
elaborate ricostruzioni del proprio passato: Palermo e Messina, innan-
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zitutto, ma pure Patti, Mazzara, Piazza .
Anche Siracusa entra in questa competizione, in un momento in
cui, come tutta l’Isola, vive una complicata congiuntura economica,
29 In realtà, il matrimonio fra Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia aveva già
provocato uno scossone politico in Spagna e nelle “province”, soprattutto a seguito del-
l’opera di riorganizzazione politico-amministrativa avviata dai due sovrani e alla ridefi-
nizione degli equilibri di potere interni alle due corti, si vedano in merito A. Domínguez
Ortiz, El antiguo régimen: los Reyes Católicos y los Austrias, Allianza, Madrid, 1983; J.
Valdeón Baruque, Los Reyes Católicos, «Cuadernos de Historia», 16 (1995), pp.38-56; E.
Belengue Cebría, Ferran el Católic, Edicion 62, Barcellona, 1999.
30 Sul periodo G. Giarrizzo, La Sicilia dal Cinquecento all’Unità d’Italia, in V. D’Ales-
sandro, G. Giarrizzo (a cura di), La Sicilia dal Vespro all’unità d’Italia, vol. XVI della Storia
d’Italia diretta da G. Galasso, UTET, Torino, 1989, pp.99-118; C. Trasselli, Da Ferdi-
nando il Cattolico a Carlo V. L’esperienza siciliana 1475-1525, Rubbettino, Soveria Man-
nelli, 1982 e soprattutto S. Giurato, La Sicilia di Ferdinando il Cattolico. Tradizioni
politiche e conflitto tra Quattrocento e Cinquecento (1468-1523), Rubbettino, Soveria Man-
nelli, 2003.
31 A. Lerra (a cura di), Il libro e la piazza. Storie locali dei Regni di Napoli e Sicilia in
età moderna, Pietro Lacaita Editore, Manduria-Bari-Roma, 2004, in particolare F. Beni-
gno, Considerazioni sulla storiografia municipale siciliana di età spagnola, alle pp.51-68.
Sull’importanza e il significato politico delle storie cittadine nell’Italia centro-settentrio-
nale, a partire dai testi di Villani, Poggio Bracciolini, Leonardo Bruni, si veda la sintesi
di A. De Vincentiis, Storie di Repubbliche, in S. Luzzatto, G. Pedullà (a cura di), Atlante
della letteratura italiana, vol. 1 Dalle origini al Rinascimento, Einaudi, Torino, 2010, pp.
531-538 e la bibliografia di riferimento.
32 M. Privitera, La storiografia municipale siciliana d’età spagnola: la ricerca e i testi,
«Trimestre. Storia, politica, società», 4 (1999), pp.475-513.
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Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVI - Dicembre 2019
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)