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230 Anna Pellegrino
per istruirli nelle classi elementari e nelle arti che attualmente si eser-
citano all’Asilo stesso, oppure in varie officine della nostra città, dirette
da ottimi maestri veramente cattolici, impartendo loro pure una vera
e sana educazione religiosa e morale, per cui divengano ottimi cri-
stiani, buoni cittadini, bravi operai » 16 .
L’istituto venne aperto effettivamente nei primi mesi del 1900 con
un numero esiguo di «orfanelli» denominati scherzosamente i «12 Apo-
stoli» (di cui 6 interni e 6 esterni).
Per il primo periodo la gestione dell’Istituto fu legata strettamente
alla figura del fondatore, e di alcuni benefattori privati appartenenti
all’aristocrazia cittadina, per cui anche i criteri di ammissione dei pic-
coli ospiti erano stabiliti in maniera abbastanza informale. È sicuro
comunque che la prima leva fu prevalentemente tratta dalla centralis-
sima Parrocchia di San Remigio .
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Si trattava evidentemente alle origini di una iniziativa molto limi-
tata, sia come dimensioni, sia come ambito di pertinenza, sia come
prospettive e orizzonti di intervento; ma subì molto presto una assai
interessante trasformazione. Probabilmente è vero, come afferma Pa-
rissi nelle sue memorie, che una delle motivazioni che lo avevano
spinto a fondare l’asilo era l’intenzione di «prendere i peggiori ragazzi
fiorentini per metterli nell’Asilo» , creando così una soluzione diversa
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rispetto alla Casa dei corrigendi, istituita a latere della Pia Casa del
Lavoro, con l’intento di accogliere quei ragazzi che si fossero dimostrati
refrattari al normale regime disciplinare, in un ambiente più rigido e
repressivo. Su questo intento, dopo il primo impianto dell’Asilo, Parissi
tentò di proseguire allargando il raggio di attività.
In questo tentativo si incontrò con due realtà rilevanti del mondo
cattolico, sul piano economico e su quello culturale formativo, che tra-
sformarono completamente la sua iniziativa.
4. I Padri Scolopi e la Cassa di Risparmio: la “rifondazione”
dell’Asilo degli Artigianelli
Parissi aveva coinvolto nella sua iniziativa originaria alcune espo-
nenti di rilievo dell’aristocrazia e della borghesia cittadina: dalla Con-
tessa Aldobrandini che concesse il primo stabile in Via delle Caldaie,
16 C. Parissi, Le mie memorie, Scuola Tipografica Artigianelli, Firenze, 1923, p. 98
[ed. 1922, p. 65].
17 Id., Le mie memorie, cit., ed. 1922, p. 71. La parrocchia di San Remigio si situava
nella zona centralissima, ma al tempo abitata da ceti popolari e molto poveri, fra gli
Uffizi e Santa Croce.
18 Ivi, p. 78.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)