Page 31 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 48, aprile 2020flip
P. 31

Sanità e controllo mercantile alle Bocche di Cattaro: il lazzaretto di Castelnuovo  31


                    rassegnarsi agli sfavorevoli confini precedenti . Le Bocche erano inol-
                                                                 6
                    tre un’area di ampi privilegi ed esenzioni, sia per la situazione geopo-
                    litica, sia per la forma – una dedizione – con cui esse erano state ac-
                    quisite dalla Serenissima nel 1420. Oltre a complicare l’esercizio della
                    sovranità, ciò incentivava fortemente gli illeciti marittimi, un fenomeno
                    che la storiografia ha recentemente riportato in primo piano e che tro-
                    verà spazio nella parte finale del contributo .
                                                               7


                    1. Le «picciole Indie» veneziane

                       L’importanza delle Bocche di Cattaro per Venezia era legata soprat-
                    tutto al loro valore marittimo e navale. La marineria bocchese era con
                    ogni probabilità la più importante dopo quella della Dominante, per-
                    lomeno per quanto riguardava la navigazione in Adriatico , e aveva un
                                                                            8
                    ruolo  di  particolare  rilievo  nella  flotta  militare  della  Repubblica.  La
                    mancanza di studi aggiornati rende tuttavia difficile definirne con pre-
                    cisione la fisionomia . Sul piano numerico, un documento del 1729
                                         9
                    attesta una consistenza di 116 bastimenti tra navi, tartane, trabaccoli
                    e  unità  minori,  saliti  successivamente  (1776)  a  130 :  numeri  non
                                                                         10
                    molto lontani da quelli della flotta mercantile ragusea, stimata a metà
                    Settecento in 143 unità e 2.200 marinai . Sul piano dei rapporti com-
                                                           11
                    merciali, una relazione del 1732 del Provveditore Straordinario di Cat-
                    taro Angelo Magno offre un quadro abbastanza dettagliato del traffico


                       6  I. Pederin, La guerra fra Venezia e l'impero ottomano (1715-1718) e l'albeggiare delle
                    coscienze nazionali croata, serba e montenegrina, «Ateneo veneto», n.s., 32 (1994), p. 223
                    (201-228); W. Panciera, La definizione dei confini cit.
                       7  Sugli illeciti marittimi, cfr. P. Calcagno (a cura di), Per vie illegali. Fonti per lo studio
                    dei fenomeni illeciti nel Mediterraneo dell’età moderna (secoli XVI-XVIII), Rubbettino, So-
                    veria Mannelli (CZ), 2017, in particolare l’introduzione e la relativa bibliografia.
                       8  I bocchesi costituivano una delle cinque classi in cui il Collegio deputato alla forma-
                    zione del Codice di Marina suddivise nel 1778 la navigazione veneta di breve corso (cioè
                    limitata all’Adriatico) e a loro era dedicata la parte più cospicua dei regolamenti. Asv, Sr,
                    356, 20.9.1778, cit. in G. Zordan, Il codice per la veneta marina mercantile, I, Quarant’anni
                    di elaborazione al tramonto della Repubblica, Cedam, Padova, 1981, pp. 331-333.
                       9  L’unico lavoro specifico sul mondo marittimo delle Bocche di Cattaro risulta essere
                    G. Gelcich, Storia documentata della Marinerezza bocchese, Ragusa, 1889. Più in gene-
                    rale, manca ancora una piena analisi dell’Albania veneta. E. Ivetic, Venezia e l’Adriatico
                    orientale: connotazioni di un rapporto (secoli XIV-XVIII), in G. Ortalli, O.J. Schmitt (a cura
                    di), Balcani occidentali, Adriatico e Venezia fra XIII e XVIII secolo, OAW, Venezia-Wien,
                    2009, p. 259 (239-260).
                       10  La portata di alcuni bastimenti arrivava a 7.000 stara o a 1.200 colli (grosso modo
                    600 t.). Asv, Csm, s. I, 557, Pca Antonio Bembo, 28.4.1729, all. s.d.; 559, Cdg Angelo
                    Memo, 8.12.1776, all. s.d.
                       11  Cfr. i saggi di Josip Luetić cit. in A. Di Vittorio, Tendenze e orientamenti nella storiografia
                    marittima ragusea, in Id., S. Anselmi, P. Pierucci, Ragusa (Dubrovnik) una repubblica adriatica:
                    saggi di Storia economica e finanziaria, Cisalpino, Bologna, 1994, pp. 116, 126 (101-138).


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
   26   27   28   29   30   31   32   33   34   35   36