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Sanità e controllo mercantile alle Bocche di Cattaro: il lazzaretto di Castelnuovo 31
rassegnarsi agli sfavorevoli confini precedenti . Le Bocche erano inol-
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tre un’area di ampi privilegi ed esenzioni, sia per la situazione geopo-
litica, sia per la forma – una dedizione – con cui esse erano state ac-
quisite dalla Serenissima nel 1420. Oltre a complicare l’esercizio della
sovranità, ciò incentivava fortemente gli illeciti marittimi, un fenomeno
che la storiografia ha recentemente riportato in primo piano e che tro-
verà spazio nella parte finale del contributo .
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1. Le «picciole Indie» veneziane
L’importanza delle Bocche di Cattaro per Venezia era legata soprat-
tutto al loro valore marittimo e navale. La marineria bocchese era con
ogni probabilità la più importante dopo quella della Dominante, per-
lomeno per quanto riguardava la navigazione in Adriatico , e aveva un
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ruolo di particolare rilievo nella flotta militare della Repubblica. La
mancanza di studi aggiornati rende tuttavia difficile definirne con pre-
cisione la fisionomia . Sul piano numerico, un documento del 1729
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attesta una consistenza di 116 bastimenti tra navi, tartane, trabaccoli
e unità minori, saliti successivamente (1776) a 130 : numeri non
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molto lontani da quelli della flotta mercantile ragusea, stimata a metà
Settecento in 143 unità e 2.200 marinai . Sul piano dei rapporti com-
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merciali, una relazione del 1732 del Provveditore Straordinario di Cat-
taro Angelo Magno offre un quadro abbastanza dettagliato del traffico
6 I. Pederin, La guerra fra Venezia e l'impero ottomano (1715-1718) e l'albeggiare delle
coscienze nazionali croata, serba e montenegrina, «Ateneo veneto», n.s., 32 (1994), p. 223
(201-228); W. Panciera, La definizione dei confini cit.
7 Sugli illeciti marittimi, cfr. P. Calcagno (a cura di), Per vie illegali. Fonti per lo studio
dei fenomeni illeciti nel Mediterraneo dell’età moderna (secoli XVI-XVIII), Rubbettino, So-
veria Mannelli (CZ), 2017, in particolare l’introduzione e la relativa bibliografia.
8 I bocchesi costituivano una delle cinque classi in cui il Collegio deputato alla forma-
zione del Codice di Marina suddivise nel 1778 la navigazione veneta di breve corso (cioè
limitata all’Adriatico) e a loro era dedicata la parte più cospicua dei regolamenti. Asv, Sr,
356, 20.9.1778, cit. in G. Zordan, Il codice per la veneta marina mercantile, I, Quarant’anni
di elaborazione al tramonto della Repubblica, Cedam, Padova, 1981, pp. 331-333.
9 L’unico lavoro specifico sul mondo marittimo delle Bocche di Cattaro risulta essere
G. Gelcich, Storia documentata della Marinerezza bocchese, Ragusa, 1889. Più in gene-
rale, manca ancora una piena analisi dell’Albania veneta. E. Ivetic, Venezia e l’Adriatico
orientale: connotazioni di un rapporto (secoli XIV-XVIII), in G. Ortalli, O.J. Schmitt (a cura
di), Balcani occidentali, Adriatico e Venezia fra XIII e XVIII secolo, OAW, Venezia-Wien,
2009, p. 259 (239-260).
10 La portata di alcuni bastimenti arrivava a 7.000 stara o a 1.200 colli (grosso modo
600 t.). Asv, Csm, s. I, 557, Pca Antonio Bembo, 28.4.1729, all. s.d.; 559, Cdg Angelo
Memo, 8.12.1776, all. s.d.
11 Cfr. i saggi di Josip Luetić cit. in A. Di Vittorio, Tendenze e orientamenti nella storiografia
marittima ragusea, in Id., S. Anselmi, P. Pierucci, Ragusa (Dubrovnik) una repubblica adriatica:
saggi di Storia economica e finanziaria, Cisalpino, Bologna, 1994, pp. 116, 126 (101-138).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)