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                   Esempio della prudente attenzione veneziana verso l’area era stato
                il decreto emanato nel 1710 a favore della navigazione veneta, il quale
                aveva esentato i bocchesi da tre dazi (e i perastini da un quarto) ri-
                spetto ai due soli esoneri concessi agli altri sudditi . Le esenzioni si
                                                                  30
                erano allargate con la seconda guerra di Morea, tanto da essere «così
                ample e così assolute, che non eccettuavano alcuna sorte di dacio». Il
                comportamento della comunità di Risano, «di genio pravo e indocile»,
                alla quale era stato sospeso il dazio del pane per il solo corso della
                guerra e che aveva resistito alla sua reintroduzione arrivando «a lace-
                rare sino i proclami…minacciando nella vita chiunque si fosse affac-
                ciato ad intraprenderne la condotta», evidenzia il clima con cui le au-
                torità veneziane dovevano confrontarsi .
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                2. Un rapido, ma transitorio successo

                   L’intraprendenza commerciale della comunità marittima delle Boc-
                che di Cattaro, sommata alle opportunità offerte dal traffico con l’Al-
                bania ottomana, spinsero le autorità veneziane ad attivare un nuovo
                lazzaretto a Castelnuovo, acquisita in seguito alla vittoriosa conclu-
                sione della prima guerra di Morea (1684-99) . Già nel XVI secolo Ca-
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                stelnuovo, allora ottomana, rappresentava uno sbocco per le carovane
                provenienti dall’entroterra balcanico . Le sue potenzialità si accreb-
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                bero notevolmente con la prima guerra di Morea, che diede un duro
                colpo al commercio di Spalato. Il conflitto spostò i traffici dalla Bosnia,
                colpita dalle ostilità, e dall’Ungheria, passata sotto il dominio asbur-
                gico, all’Erzegovina e all’Albania ottomana, la quale divenne il punto
                d’arrivo anche dei prodotti provenienti dalle più lontane Moldavia e
                Valacchia .  Castelnuovo  si  trovò  inoltre  favorita  dai  cambiamenti
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                della navigazione in Adriatico, dove si stava registrando una nuova
                centralità  del  cabotaggio  e  delle  imbarcazioni  minori,  con  un  forte


                   30  Asv, Sr, 157, 26.4.1710, all. Csm e Deputati al commercio 23.4.1710; Csm, s. II,
                61, Dulcigno, parte I, Csm 30.3.1719; A. Saraçi, Il commercio adriatico di Scutari cit., pp.
                78, 169, 175.
                   31  Asv, Ptm, 677, Psc Marino Molin [n. 15], 12.10.1718.
                   32  Castelnuovo – l’odierna montenegrina Herceg Novi – era stata conquistata dai ve-
                neziani nel 1687.
                   33  D. Dell’Osa, Salute pubblica e traffici nella Repubblica di Ragusa in Età moderna,
                in Calcagno-Palermo, La quotidiana emergenza cit., p. 32 (19-42).
                   34  R. Paci, La "scala" di Spalato cit., pp.118, 124; C. Luca, L’importazione di merci
                levantine nella Venezia del Seicento e del primo Settecento: la cera e i pellami, in Id., G.
                Masi, A. Piccardi (a cura di), L’Italia e L’Europa centro-orientale attraverso i secoli. Mi-
                scellanea di studi di storia politico-diplomatica e dei rapporti culturali, Istros, Braila-Ve-
                nezia, 2004, p. 325 (321-361).



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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