Page 33 - Mediterranea-ricerche storiche, n. 48, aprile 2020flip
P. 33
Sanità e controllo mercantile alle Bocche di Cattaro: il lazzaretto di Castelnuovo 33
qualche forma di commercio triangolare o poligonale) di olio, legumi e
vino. Il traffico con le Isole Ionie e la Morea, caratterizzato da una na-
vigazione più lunga e rischiosa, era appannaggio di alcuni mercanti di
Perasto e Parzagno, che possedevano bastimenti più grandi e robusti,
e consisteva soprattutto nell’imbarco di formaggi destinati a Venezia.
Una quarantina di anni dopo, il console a Durazzo Ludovico Andrea
Fontana approfondiva gli aspetti legati al commercio con l’Albania otto-
mana . Il primo scalo oltre il confine veneto-turco era Antivari, da cui i
18
sudditi veneziani caricavano «poche merci…d’ogni sorte» e olio, traspor-
tato anche da un paio di pièleghi locali; veneti e ottomani indirizzavano
le merci in «stati esteri», nonostante i primi fingessero di portarle a Ve-
nezia tramite noleggi fittizi da parte di qualche compiacente mercante
ottomano. Seguiva la Boiana, sulla quale confluiva tutto il commercio
di Scutari , con lana, cera, «pelli di manzo dette buffaline», cuoi – tra i
19
quali marocchini gialli o rossi e bulgari – seta grezza, pellame per fodere
di ogni tipo, grana e salonicchi, tutte mercanzie acquistate per la mag-
gior parte in permuta in Bosnia, Serbia, Moldavia e Vallacchia ; novità
20
erano il riso, che il locale pascià aveva seminato da circa cinque anni e
che veniva esportato in quantità sia in Dalmazia che nella Terraferma
veneta, e il cotone (bombace o bombaso), coltivato dal 1767 . In entrata,
21
la Boiana attraeva olio, panni, seta lavorata, damaschetti, drappi leggeri
d’oro e d’argento, zucchero e triache .
22
Più a Sud, Alessio e la relativa «fiumara» (Drin di Alessio) fornivano
diversi carichi di granaglie, legumi di ogni tipo, legno scotano, catrame
18 Asv, Csm, s. I, 665, 11.2.1770. Per un elenco degli approdi relativi al Sangiaccato
di Scutari, cfr. A. Saraçi, Il commercio adriatico di Scutari con la Repubblica di Venezia
nei secoli XVII-XVIII, Università Cà Foscari Venezia, Dottorato di ricerca in Storia Sociale
Europea dal Medioevo fino all’Età Contemporanea, Ciclo XXVIII, Anno Accademico
2015-16, p. 7.
19 Il porto sulla Boiana era quello di San Sergio (Shirgji), una decina di chilometri a
valle di Scutari. Su questo scalo, che poteva accogliere bastimenti fino a 200 t. di por-
tata, cfr. A. Saraçi, Il commercio adriatico di Scutari cit., pp. 5, 7, 23, 108-109. Nel 1753,
per favorire un maggior afflusso di mercanzia, l’approdo fu spostato a Besoch, verso la
foce del fiume. Ib., p. 165.
20 I marocchini erano cuoi sottili di caprone e capra; i bulgari una pregiata qualità
di cuoio rosso; la grana un colorante color rosso carminio ricavato da una specie di
cocciniglia; i salonicchi pesanti tessuti di lana di colore bianchiccio.
21 L’espansione della produzione di cotone nell’Albania ottomana era dovuta ai
Buşath (Bushati), un’importante famiglia di notabili locali (ayan). Cfr. B. McGowan, The
Age of the Ayans [Ayan], 1699-1812, in H.Inalcik, D.Quataert (eds.), An Economic and
Social History of the Ottoman Empire, 1300-1914, Cambridge University Press, Cam-
bridge-New York-Melbourne, 1994, pp. 662-663, 667, 736 (637-758); A. Saraçi, Il com-
mercio adriatico di Scutari cit., pp. 181-193.
22 I damaschetti erano pregiati tessuti di seta provenienti soprattutto da Bergamo e molto
richiesti nel Levante ottomano (W. Panciera, La Repubblica di Venezia nel Settecento, Viella,
Roma, 2014, p. 98), le triache delle composizioni medicinale di moltissimi elementi.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)