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Sanità e controllo mercantile alle Bocche di Cattaro: il lazzaretto di Castelnuovo  33


                    qualche forma di commercio triangolare o poligonale) di olio, legumi e
                    vino. Il traffico con le Isole Ionie e la Morea, caratterizzato da una na-
                    vigazione più lunga e rischiosa, era appannaggio di alcuni mercanti di
                    Perasto e Parzagno, che possedevano bastimenti più grandi e robusti,
                    e consisteva soprattutto nell’imbarco di formaggi destinati a Venezia.
                       Una quarantina di anni dopo, il console a Durazzo Ludovico Andrea
                    Fontana approfondiva gli aspetti legati al commercio con l’Albania otto-
                    mana . Il primo scalo oltre il confine veneto-turco era Antivari, da cui i
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                    sudditi veneziani caricavano «poche merci…d’ogni sorte» e olio, traspor-
                    tato anche da un paio di pièleghi locali; veneti e ottomani indirizzavano
                    le merci in «stati esteri», nonostante i primi fingessero di portarle a Ve-
                    nezia tramite noleggi fittizi da parte di qualche compiacente mercante
                    ottomano. Seguiva la Boiana, sulla quale confluiva tutto il commercio
                    di Scutari , con lana, cera, «pelli di manzo dette buffaline», cuoi – tra i
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                    quali marocchini gialli o rossi e bulgari – seta grezza, pellame per fodere
                    di ogni tipo, grana e salonicchi, tutte mercanzie acquistate per la mag-
                    gior parte in permuta in Bosnia, Serbia, Moldavia e Vallacchia ; novità
                                                                                20
                    erano il riso, che il locale pascià aveva seminato da circa cinque anni e
                    che veniva esportato in quantità sia in Dalmazia che nella Terraferma
                    veneta, e il cotone (bombace o bombaso), coltivato dal 1767 . In entrata,
                                                                            21
                    la Boiana attraeva olio, panni, seta lavorata, damaschetti, drappi leggeri
                    d’oro e d’argento, zucchero e triache .
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                       Più a Sud, Alessio e la relativa «fiumara» (Drin di Alessio) fornivano
                    diversi carichi di granaglie, legumi di ogni tipo, legno scotano, catrame


                       18  Asv, Csm, s. I, 665, 11.2.1770. Per un elenco degli approdi relativi al Sangiaccato
                    di Scutari, cfr. A. Saraçi, Il commercio adriatico di Scutari con la Repubblica di Venezia
                    nei secoli XVII-XVIII, Università Cà Foscari Venezia, Dottorato di ricerca in Storia Sociale
                    Europea  dal  Medioevo  fino  all’Età  Contemporanea,  Ciclo  XXVIII,  Anno  Accademico
                    2015-16, p. 7.
                       19  Il porto sulla Boiana era quello di San Sergio (Shirgji), una decina di chilometri a
                    valle di Scutari. Su questo scalo, che poteva accogliere bastimenti fino a 200 t. di por-
                    tata, cfr. A. Saraçi, Il commercio adriatico di Scutari cit., pp. 5, 7, 23, 108-109. Nel 1753,
                    per favorire un maggior afflusso di mercanzia, l’approdo fu spostato a Besoch, verso la
                    foce del fiume. Ib., p. 165.
                       20  I marocchini erano cuoi sottili di caprone e capra; i bulgari una pregiata qualità
                    di cuoio rosso; la grana un colorante color rosso carminio ricavato da una specie di
                    cocciniglia; i salonicchi pesanti tessuti di lana di colore bianchiccio.
                       21   L’espansione  della  produzione  di  cotone  nell’Albania  ottomana  era  dovuta  ai
                    Buşath (Bushati), un’importante famiglia di notabili locali (ayan). Cfr. B. McGowan, The
                    Age of the Ayans [Ayan], 1699-1812, in H.Inalcik, D.Quataert (eds.), An Economic and
                    Social History of the Ottoman Empire, 1300-1914,  Cambridge  University  Press,  Cam-
                    bridge-New York-Melbourne, 1994, pp. 662-663, 667, 736 (637-758); A. Saraçi, Il com-
                    mercio adriatico di Scutari cit., pp. 181-193.
                       22  I damaschetti erano pregiati tessuti di seta provenienti soprattutto da Bergamo e molto
                    richiesti nel Levante ottomano (W. Panciera, La Repubblica di Venezia nel Settecento, Viella,
                    Roma, 2014, p. 98), le triache delle composizioni medicinale di moltissimi elementi.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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