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                   Il Provveditore Straordinario di Cattaro Federico Badoer registrava
                un afflusso di merci via mare tale che i 1.640 colli di lana, cordovani
                e salonicchi presenti in quel momento occupavano tutti i luoghi desti-
                nati all’espurgo; a Scutari si stavano preparando altri 1.000 colli, ma
                la mancanza di spazio aveva costretto Badoer a far differire gli invii. Il
                successo della nuova scala spinse il Provveditore a suggerire la costi-
                tuzione di una compagnia per aiutare i mercanti ottomani a effettuare
                con maggior sicurezza le spedizioni e favorirne il trasporto a Venezia.
                L’anno dopo Badoer confermava il rilevante afflusso di merci, tale da
                occupare integralmente il lazzaretto, il quale avrebbe dovuto essere
                ampliato per non spingere i mercanti ottomani a rivolgersi, come in
                passato, a Ragusa . Una statistica successiva indica che nei quattro
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                anni tra il primo novembre 1705 e il primo dicembre 1709 arrivarono
                a Castelnuovo 17.521 colli, una media di circa 4.400 colli l’anno, men-
                tre il porto era toccato da oltre venti navi l’anno .
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                   Il successo di Castelnuovo incontrò subito la forte ostilità di Ragusa,
                che vide nella nuova scala una concorrente particolarmente pericolosa. Un
                formale divieto della Porta ai propri sudditi di negoziare con Castelnuovo,
                ottenuto nel 1704, non ebbe effetti immediati, ma col tempo gli sforzi di
                Ragusa,  sommati  all’inadeguatezza  delle  strutture  (pensate  per  le  sole
                merci via terra) e alla rigida politica sanitaria veneziana, determinarono
                una prima crisi. Nel 1709 il Provveditore Straordinario di Cattaro – pur
                segnalando la continua presenza di bastimenti – osservava che molti mer-
                canti ottomani stavano tornando ad indirizzarsi verso Ragusa perché pa-
                troni e capitani veneti rifiutavano determinati carichi o pretendevano un
                raddoppio del nolo, asserendo di essere costretti a una seconda contuma-
                cia a Venezia (ricordiamo che la contumacia a Castelnuovo era formal-
                mente riservata alle sole merci provenienti via terra o dalla Boiana). La Re-
                pubblica di San Biagio era inoltre favorita dalle norme sanitarie veneziane,
                che impedivano di scaricare merce in eccesso senza farla entrare subito nel
                lazzaretto, come accadeva invece a Ragusa .
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                   Un altro elemento negativo era dato dall’intraprendenza dei dulci-
                gnotti, sudditi ottomani tradizionalmente dediti alla corsa, ma che si
                stavano impegnando sempre più nel commercio. Venezia avrebbe vo-
                luto assicurare ai propri sudditi il monopolio di tutto il traffico, sia
                quello  in  arrivo  dall’Albania  ottomana  che  quello  in  partenza  verso
                Venezia, ma la creazione del nuovo lazzaretto coincise con una spetta-


                   41  Asv, Ptm, 674, Psc Federico Badoer n. 27, 1.8.1703, cc. 258r-v.; n. 29, 24.8.1703,
                c. 286r.; n. 45, 6.8.1704, c. 416v.
                   42  Asv, Csm, s. II, Busta 17, n. 222, Csm 8.8.1731, all. s.d; A. Saraçi, Il commercio
                adriatico di Scutari cit., p. 101.
                   43  Asv, Csm, s. I, 557, Psc Giacomo Zorzi 15.12.1709; A. Saraçi, Il commercio adria-
                tico di Scutari cit., pp. 101, 104 e note.



                Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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