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78 Marco Zanetti
un morto tra i migranti . Anche Ballarin fu internato con tutto l’equi-
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paggio in un campo di Cipro, ma dopo due settimane poté lasciare il
campo, assieme al comandante e a qualche clandestino: grazie a do-
cumenti falsi procurati dall’organizzazione, raggiunse la Palestina e da
lì tornò poi in Italia, a Pellestrina.
Infine, passa per Venezia un protagonista importante di queste vi-
cende: il capitano Enrico Levi (1918-2007) che in città aveva frequen-
tato l’Istituto Nautico Sebastiano Venier per entrare poi in Marina.
Dopo le leggi razziali del 1938 aveva dovuto lasciare la carriera militare
perché ebreo; antifascista, si era arruolato nel 1944 nella Royal Navy
prendendo l’anno dopo il brevetto di capitano. Sarà lui durante un
incontro casuale con agenti dell’Aliya Bet a suggerire il primo acquisto
di un vecchio peschereccio in legno (perché non avrebbe attirato le
mine e perchè meno visibile ai radar) e a condurlo felicemente in Pa-
lestina con 37 migranti. Partecipò poi attivamente alle vicende di La
Spezia (con la Fede e la Fenice) e comandò nell’estate di due anni dopo
la prima nave passeggeri, la Kedma, acquistata dalla compagnia Zim,
società di navigazione fondata nel 1945 dall’Agenzia Ebraica e dall’Hi-
stadrut (il sindacato dei lavoratori d’Israele), per trasportare final-
mente i profughi ‘legali’. Nel 1951 contribuì alla nascita dell’Accademia
navale israeliana che diresse fino al 1960 e poi al progetto del Museo
Navale di Haifa .
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3. Epilogo
Ada Sereni non racconta di particolari difficoltà economiche sofferte
dall’organizzazione che evidentemente poteva contare su buone linee
internazionali di finanziamento. Essa dà conto piuttosto di una rete di
protezione informale da parte delle autorità italiane. Accenna anche
discretamente al sostegno che poteva averle dato l’essere cognata del
ministro Emilio Sereni, autorevole esponente del Partito Comunista.
Fratello minore del marito della Sereni, agronomo e poliglotta, giova-
nissimo condannato dal Tribunale Speciale nel 1930, aveva preferito
alla causa sionista quella comunista. Imprigionato nel 1943 ed evaso
l’anno dopo sarebbe poi stato con Pertini, Valiani e Longo a decidere
l’immediata fucilazione di Mussolini, senza processo; ministro nel Go-
verno De Gasperi dal luglio 1946 al giugno 1947 non lascia traccia di
50 Fonte: Carla Ballarin, figlia (Venezia, 1963), che attesta almeno un altro viaggio
del padre per Aliya Bet, con partenza da Napoli.
51 Cfr.: M. Cavallarin, Enrico Levi, capitano di lungo corso, compie cent’anni, in
AA.VV., Le navi della speranza. Aliya Bet dall’Italia 1945-1948, Proedi ed., Milano, 2018.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)