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Da Pellestrina e dalla Laguna di Venezia a Eretz Israel           75


                    gramma della Marina, concordato con Ada Sereni diceva «Nave stra-
                    niera con emigranti stranieri illegali arrestata in acque territoriali ita-
                    liane. Ordiniamovi di far eseguire riparazioni et espellere nave da coste
                    italiane», un capolavoro di burocrazia a fin di bene! La nave arrivò in-
                    fine in Palestina, col nome Yechiam, il 28 marzo 1948 con 769 mi-
                    granti. Parecchi ma’apilim, tra i quali anche una figlia della Sereni,
                    poterono scendere a terra solo in barella, tanto erano debilitati dopo
                    la lunga navigazione in quelle condizioni. Furono subito tutti trasferiti
                    a Cipro .
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                       La copertura delle vicende, a Venezia e a Pellestrina, cercata con la
                    massima  cura  dagli  organizzatori,  funzionò  abbastanza  bene,  tanto
                    che ben pochi ne furono a conoscenza, anche dopo, per molti anni.
                    Tuttavia è anche vero che alcune persone del luogo ebbero, nella arti-
                    colata  coralità  che  rese  possibile  l’impresa,  un  ruolo  significativo.
                    Qualche fonte familiare rende possibile oggi farvi cenno.
                       Un  giovane  ingegnere  meccanico  veneziano,  Giuseppe  Peretti
                    (1924-1990) al suo primo lavoro ai cantieri navali Breda di Porto Mar-
                    ghera fu coinvolto nei lavori di revisione della Raffaelluccia-Kadima e
                    delle  altre  navi  allestite  a  Venezia  da  Aliya  Bet,  probabilmente  per
                    quanto riguardava gli apparati motoristici e meccanici . Lo fece evi-
                                                                          47
                    dentemente con un impegno particolare  ̶  del resto, la famiglia aveva
                    ospitato e celato in casa un ebreo durante gli ultimi anni di guerra  ̶
                    tanto che ebbe in dono da uno degli organizzatori un orologio d’oro e
                    l’assicurazione che in Israele sarebbe stato piantato un albero in suo
                    ricordo. Ne parlò poi con soddisfazione ai figli, aggiungendo sui lavori
                    un  particolare,  ora  utile  per  meglio  comprendere  le  difficoltà  anche
                    d’ordine pratico di quei viaggi. L’unico modo possibile per far fronte al
                    problema dei bagni per tanti passeggeri in una nave da carico era stato
                    quello di fissare fuoribordo, sulle fiancate della nave, delle mensole
                    che reggevano delle tavole per lì accomodarsi ...! Quelle navi, aggiun-
                    geva, erano malandate, stracariche di ‘persone ammassate come po-
                    vere bestie’ e poco sicure per affrontare un ‘mar grosso’; i lavori veni-
                    vamo svolti in segreto e in gran velocità.
                       L’adattamento in stiva, per potervi alloggiare così numerosi passeg-
                    geri, fu fatto nel Cantiere De Poli di Pellestrina, che produceva trabac-
                    coli, burchi e anche qualche nave più grande: un’impresa familiare
                    condotta dal patriarca Clemente De Poli, con figli e nipoti e pochi altri


                       46  A. Sereni, I clandestini del mare. L’emigrazione ebraica in Terra d’Israele dal 1945
                    al 1948 cit.
                       47  Fonte: Antonio Peretti, figlio (Venezia, 1953). Purtroppo, come si è potuto verificare
                    presso Fincantieri spa, che nel 1984 ha inglobato la Breda dal sistema delle partecipa-
                    zioni statali, non esiste più oggi alcun documento d’archivio aziendale dell’epoca che
                    possa offrire qualche informazione sui lavori eseguiti e sui rapporti con la committenza.


                                                 Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
                                                           ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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