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Da Pellestrina e dalla Laguna di Venezia a Eretz Israel 73
La notizia veniva pure ripresa da un quotidiano milanese e debita-
mente registrata da una informativa della Prefettura di Venezia ai mi-
nisteri interessati . Questa la conclusione del racconto di Ada Sereni:
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I quattordici marittimi, che avevano aiutato nell’imbarco, erano rimasti a
bordo per aiutare la gente a sistemarsi e solo nei pressi di Ancona scesero con
una lancia per tornare a terra, ma furono visti dalla costa e arrestati come
immigrati clandestini.
Feci le rimostranze a uno dei nostri influenti sostenitori. «Come volete che
continui a mandare via i profughi, se arrestate tutto il mio stato maggiore?»
chiesi.
«Quello è il suo stato maggiore?»
«Al completo,»
«In questo caso li liberiamo subito!»
Ada Sereni racconta poi un’altra, ultima, partenza da Venezia, a
gennaio del 1948, anche questa segnata da un inconveniente. Si trat-
tava del mercantile Silvia Starita, un motoveliero costruito a Viareggio
negli anni ’20, che venne approntato con gli impalcati per le cuccette
a Pellestrina, ancora nel cantiere De Poli:
Un piccolo mercantile allestito per 250 persone era di turno per la par-
tenza. Come luogo d’imbarco fu scelta Venezia.
Partendo dal presupposto che a Venezia tutti vanno in barca e la città,
d’estate, è piena di stranieri di cui molti col sacco in spalla, decidemmo che ai
«turisti» nostri nessuno avrebbe fatto attenzione, tanto più che erano stati
scelti solo giovani senza bambini.
I partenti giunsero in città a piccoli gruppi con ogni treno in arrivo e
ognuna delle molte corriere che arrivavano a Venezia ogni ora. Un gruppo di
ragazzi ebrei della città offrì il suo aiuto e durante tutta la giornata fece la
spola fra stazione, piazzale Roma e la scuola ebraica, che il rabbino di Vene-
zia, dott. Elio Toaff, aveva volentieri messo a disposizione e dove il gruppo si
riunì. Nel tardo pomeriggio dei barconi si avvicinarono alla porta posteriore
della scuola che dava su un canale solitario e tranquillo e i giovani si imbar-
carono senza difficoltà, né alcuno fece caso al loro trasbordo, di notte, sulla
nave che attendeva ancorata nella laguna oscura. Un rimorchiatore con un
pilota era al fianco del bastimento, col compito di rimorchiarlo fuori dai bas-
sifondi pericolosi, fino ad acque sicure. Tutto ciò, però, non valse ché, ap-
pena nave e rimorchiatore alle 2.30 di notte si mossero, una manovra falsa
mandò il bastimento in secca. Tutti gli sforzi del rimorchiatore per liberare
la nave furono vani; di notte fonda [...] ci precipitammo a Venezia su un
motoscafo lanciato a tutta velocità. Lì riuscimmo a far capire a un pilota
43 «Milano-Sera», 14-15 novembre 1947, Una nave fantasma Irgun è partita di notte
da Chioggia (M. Toscano La «Porta di Sion». L’Italia e l’immigrazione clandestina ebraica
in Palestina (1945-1948) cit., p. 257).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Aprile 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)