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336 Domenico Ventura
donna Rosalia Emanuele Citati, dell’Albergo dei Poveri e del Conser-
vatorio di S. Spirito a Palermo; e la fabbrica di Gioacchino Felice ad
Agrigento. Ovvero al fortissimo ridimensionamento di qualche altra,
com’è il caso dell’unica fabbrica di tessuti rimasta a Messina, quella,
cioè, di Gaetano Ainis . Sicché al momento, fatta salva una persi-
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stente e diffusa attività tessile casalinga, per la quale con ben 39.173
telai (non di solo cotone) la Sicilia deteneva il primato nazionale , il
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quadro era davvero desolante .
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La filatura era del tutto scomparsa, la tessitura poteva contare solo
su 4 piccoli stabilimenti palermitani per un totale di 79 operaie e sulla
anzidetta fabbrica messinese dell’Ainis, la tintoria sopravviveva solo
grazie a piccole botteghe artigiane presenti, con l’unica eccezione
dell’Agrigentino, in tutte le province isolane , ed infine la sgranellatura,
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dopo la chiusura dell’impianto di Salvatore Donzelli Occhipinti a Co-
miso, era rappresentata da appena cinque impianti a Terranova (oggi
Gela) e uno a Niscemi . Sicché – era questa l’amara constatazione del
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De Luca Carnazza – «la nostra materia prima va in Inghilterra, là si
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fila e si torce, poi si riporta da noi, e così dalla Svizzera e dall’Alta Italia».
Né migliore era lo stato della cotonicoltura. Se nel 1864 la superficie
coltivata a cotone era di 34.000 ha (quella nazionale di 88.000 ha),
dieci anni dopo era scesa a poco più di 11.000 ha, cioè ad un terzo di
quella nazionale nel frattempo ridottasi a 33.570 ha . E ancora peggio
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10 Cfr. F. Rapisardi, Notizie statistiche cit., p. 40; S. De Luca Carnazza, Sulle condi-
zioni economiche cit., p. 42; Ircac, L’economia siciliana a fine ‘800, Analisi, Bologna,
1988, p. 277 (rist. anastatica); R. Romeo, Il Risorgimento in Sicilia, Laterza, Bari, 1950,
appendice III, tav. I; S. Costanza, Un capitolo della storia economica trapanese. La «fi-
landa a vapore» dei fratelli Adamo, «Trapani. Rassegna mensile della Provincia», VIII
(1963), n. 8, pp. 1-11; S.F. Romano, Storia della Sicilia post-unificazione, vol. II, La Sicilia
nell’ultimo ventennio del secolo XIX, Industria Grafica Nazionale, Palermo, 1958, pp. 13-
17; G. Barbera Cardillo, Economia e società in Sicilia dopo l’Unità: 1860-1894, vol. II,
L’industria, Librairie Droz, Genève, 1988, pp. 187-188; O. Cancila, Storia dell’industria
cit., pp. 77, 91-93 e 136-139.
11 V. Ellena, Notizie sopra alcune industrie cit., p. 131.
12 S.F. Romano, Storia della Sicilia post-unificazione cit., vol. II, pp. 15-17; G. Barbera
Cardillo, Economia e società in Sicilia cit., vol. II, pp. 187-188; O. Cancila, Storia dell’in-
dustria cit., pp. 134-140.
13 In proposito cfr. Ircac, L’economia siciliana a fine ‘800 cit.
14 Cfr. Ircac, L’economia siciliana a fine ‘800 cit., p. 365; B. Pace, Per la storia dell’in-
dustria siciliana: la prima cartiera, «La giara», II, giugno-luglio 1953, p. 119; S.F. Ro-
mano, Storia della Sicilia post-unificazione cit., vol. II, p. 16; G. Barbera Cardillo, Econo-
mia e società in Sicilia cit., vol. II, pp. 187-188; O. Cancila, Storia dell’industria cit., p.
137.
15 S. De Luca Carnazza, Sulle condizioni economiche cit., p. 42
16 Cfr. A. Todaro, La cultura dei cotoni in Italia, Stamperia Reale, Roma-Palermo,
1877-78, ora Regione Siciliana, Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti, Palermo,
1995 (rist. anastatica), p. 12; F. Borghi, L’industria del cotone all’Esposizione di Milano
cit., p. 638; M. Tudisco, La cotonicoltura in Sicilia cit., p. 23.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Agosto 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)