Page 72 - sfogliabile 49
P. 72
338 Domenico Ventura
mente, a un più frequente consumo di quegli ortaggi e di quella frutta
che sul mercato cittadino spuntavano i prezzi più bassi .
24
Così, dopo quasi un anno, poté disporre di un piccolo capitale di
un centinaio di lire, somma del tutto insufficiente però, come si rese
conto, per impiantare una piccola tintoria per la quale si richiedevano
almeno trecento lire. All’inevitabile scoraggiamento venne ad aggiun-
gersi, nel 1866, la perdita stessa del lavoro a causa del ritorno, dopo
la prima comparsa nel 1837, del colera. Qualche altro avrebbe ceduto
forse, ravvisando in ciò un segno del destino; lui invece si recò al
Monte dei Pegni riuscendo a ottenere quel denaro che, unito ai sudati
risparmi, gli consentì di poter rilevare quella tanto bramata piccola
tintoria, sicché, cessata l’epidemia, prontamente provvide a iniziare
l’attività e a cercarsi la clientela. E i risultati non mancarono, se verso
il 1875, sempre attento a limitare le spese personali e potendo contare
ormai su un discreto giro d’affari, decise di fare un ulteriore passo in
avanti estendendo la sua attività all’acquisto di filati grezzi da tingere
poi nella sua bottega.
Alla concorrenza e all’assenza di un qualsiasi appoggio finanziario
si aggiunse (settembre 1885) una nuova e più cruenta epidemia cole-
rica che causò la paralisi di ogni attività. E tuttavia, di fronte all’im-
possibilità di poter riscuotere i crediti che vantava presso alcuni clienti
dell’interno dell’isola, causa anche la sopravvenuta interruzione delle
vie di comunicazione a seguito dell’istituzione del cordone sanitario ,
25
e disponendo di denaro appena sufficiente per i bisogni essenziali della
famiglia che nel frattempo si era creata, ma non certamente per soc-
correre anche i propri operai rimasti privi di lavoro (e di salario), riuscì
a trovare la soluzione alle difficoltà del momento. In cambio di agevo-
lazioni sul prezzo riuscì, infatti, a convincere alcuni amici negozianti
a mantenere aperti i loro magazzini per due ore al giorno in modo da
poter consegnare loro il lavoro ordinato e prodotto dai suoi operai, che
così poterono continuare a percepire un salario, anche se ridotto.
Ma ecco che l’anno successivo, già quarantenne, un ennesimo atto
di volontà segnò per sempre il suo destino imprimendo una svolta de-
cisiva a tutta la sua vita.
24 G. Chiesi, La Sicilia illustrata nella storia, nell’arte, nei paesi, Sonzogno, Milano,
1892, p. 547.
25 F. Brancato, Storia della Sicilia post-unificazione cit., vol. I, p. 308.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Agosto 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)