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Vincenzo Feo e il suo cotonificio 343
ancora una volta. Catania, infatti, piombava, inaspettatamente – era
il 1887 – in una grave crisi economica causata dal generale ribasso dei
prezzi di quei prodotti (zolfo, agrumi, cereali, vino) che «costituivano il
cespite più importante della piazza» , crisi che, a sua volta, provocava
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un crack finanziario, il tutto, poi, in un clima reso ancor più allar-
mante da un ennesimo riapparire dell’epidemia colerica .
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Come Feo abbia operato in quella drammatica circostanza non sap-
piamo, ma è lecito pensare che non sia rimasto per nulla inattivo.
Tant’è che dal 1888 in poi – nel contempo la nuova tariffa protezioni-
stica del 1887 accresceva sempre più i favori all’industria cotoniera
nazionale ‒ lo vediamo dispiegare tutta la sua energia nel perfezio-
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nare e accrescere la produzione per il momento limitata alla sola tin-
tura. Riesce così a soddisfare le sempre più numerose ordinazioni che
adesso cominciavano a giungere non solo dal mercato interno (An-
cona, Bari, Bologna, Genova, Napoli, Palermo, Venezia), ma anche da
quello estero, in particolare dalla Turchia (Costantinopoli, Salonicco e
Smirne), avviandosi pertanto all’istituzione di apposite rappresentanze
commerciali della sua ditta .
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E conseguentemente il Nostro si vide costretto a dover prolungare
spesso la sua presenza giornaliera nello stabilimento per poter sovrin-
tendere, in prima persona, a tutte le diverse fasi del ciclo produttivo,
come pure, in assenza di un’appropriata organizzazione commerciale,
alla vendita, curando, in particolare, il sollecito adempimento degli or-
dini e delle relative spedizioni, così da garantire ai suoi clienti tempi
certi di consegna della merce . Non solo, ma estese la lavorazione an-
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che ad altre varietà di cotone continuando ad attenzionare la qualità
del prodotto, fino a ottenere, all’Esposizione palermitana del 1891-
92 , il suo primo importante riconoscimento , vale a dire la medaglia
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46 B. Gentile Cusa, Piano regolatore cit., p. 145.
47 Ibidem. Sull’argomento vedi anche G. Giarrizzo, Catania cit., pp. 90-104; G. Ba-
rone, Banchieri e politici a Catania. Uno scandalo di fine Ottocento, «Meridiana», 14
(1992), pp. 33-65; D. Ventura, Nella Catania di fine Ottocento cit., pp. 33-54.
48 In questa direzione, così da valere almeno a risarcimento dei danni causati
dall’abolizione del corso forzoso (1882), si erano mossi gli auspici di F. Borghi, L’indu-
stria del cotone all’Esposizione di Milano cit., p. 651.
49 G. Collotti, I Cavalieri del Lavoro cit., p. 358.
50 Come quando nel 1884 non aveva esitato a trasportare, da solo e di notte, un
grosso quantitativo di cotone che andava asciugato per poi essere spedito appena l’in-
domani: in quella occasione la sua forte fibra aveva ceduto fino a rischiare di morire (ivi,
p. 360).
51 Ibidem.
52 Che va ad aggiungersi alle precedenti menzioni in occasione delle esposizioni di
Genova e Napoli (Corriere di Catania, 12 gennaio 1896).
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XVII - Agosto 2020
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)