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602 Matteo Giuli
urbana. Dal punto di vista della progettualità politica locale, in sostanza,
qualsiasi potenziale di rivolta sociale andava tenuto lontano, prima di
tutto, dalla capitale e dal suo dominio più immediato.
L’abbondanza della città: topografia annonaria di Lucca
Dal momento che l’abbondanza alimentare da garantire era soprat-
tutto quella urbana, diventa allora fondamentale ricostruire la confor-
mazione topografica del commercio dei viveri all’interno della città di
Lucca, formata da luoghi specifici e funzionali non solo a livello politico
ed economico, ma anche dal punto di vista del controllo sociale. In que-
sto senso, occorre prendere le mosse dal mercato delle grasce di piazza
San Michele, principale spazio commerciale urbano e punto di riferi-
mento anche per i contadini delle Sei Miglia. Tale mercato era sottoposto
ad una normativa puntuale e dettagliata, che mirava a trasformarlo in
un vero e proprio luogo di giustizia, dove poter trovare viveri in abbon-
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danza e a prezzo contenuto (il giusto prezzo, già evocato in precedenza) .
Visto che, per evitare qualsiasi sospetto di appalto, ossia di incetta spe-
culativa, ogni transazione cerealicola doveva svolgersi pubblicamente ed
essere precisamente localizzata, la vendita dei prodotti «panizzabili» nella
città di Lucca poteva avvenire solo all’interno di questa piazza, i cui ope-
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ratori commerciali erano sottoposti ad attenta sorveglianza . Particolar-
mente serrati, in tal senso, erano i controlli nei confronti dei vendugliori,
che smerciavano i prodotti messi a disposizione dai proprietari fondiari e
dagli agricoltori, e nei confronti dei misuratori, che provvedevano alla loro
pesatura e quantificazione; lavorando ogni giorno a stretto contatto, tali
operatori erano infatti sospettati di poter stipulare sottobanco accordi di
reciproco vantaggio, in frode di produttori e consumatori.
I misuratori, in particolare, erano sei agenti pubblici, nominati nel
luglio di ogni anno, subito dopo il periodo dei raccolti, da parte dell’Of-
fizio sopra gli Appalti, istituzione che, come da sua denominazione,
doveva evitare gli accumuli speculativi dei prodotti cerealicoli – ciò «che
si diceva in antico incanovare, infondacare, o far fondaco o canova, e
34 Sul mercato come «luogo di giustizia», o meglio ancora «di giurisdizione», si veda di
nuovo M. Foucault, Nascita della biopolitica cit., pp. 37-38, per il quale nelle economie
di Antico Regime «doveva manifestarsi nello scambio e formularsi nel prezzo qualcosa
come la giustizia»; si trattava di una giustizia distributiva, soprattutto in relazione al
commercio alimentare, grazie a cui «se non i più poveri, almeno alcuni dei più poveri,
potessero acquistare determinati beni alle stesse condizioni dei più ricchi». Nella mede-
sima ottica, secondo Paolo Prodi, il mercato di Antico Regime va considerato come forum,
ossia come il luogo del «giudizio collettivo sul valore delle cose»: cfr. P. Prodi, Settimo non
rubare cit., pp. 9-23.
35 Asl, Statuti del Comune di Lucca, n. 17, IV, cap. 231, p. 265rv.
Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017 n.41
ISSN 1824-3010 (stampa) ISSN 1828-230X (online)