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Ruolo e implicazioni della politica annonaria a Lucca in età moderna  601



             grano», una quota da mantenere «sempre ferma e stabile» per il sosten-
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             tamento dei sudditi in «ogni accidente di penuria e di guerre» . Col
             passare del tempo, quest’istituzione arrivò ad assumere una funzione
             fondamentale anche dal punto di vista della circolazione monetaria e
             del credito, fino a trasformarsi nella vera e propria banca centrale della
             Repubblica; attorno all’Abbondanza, soprattutto a partire da metà Sei-
             cento, cominciò così a ruotare non solo l’intero apparato cerealicolo
             dello Stato, ma anche tutto il suo sistema finanziario.
                Di conseguenza tale istituzione incarnò al meglio, forse più di ogni
             altra, quella vischiosa commistione di ruoli pubblici e interessi privati
             che Niccolò Machiavelli, già nel primo Cinquecento, aveva indicato
             come una delle caratteristiche più marcanti della società aristocratica
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             lucchese . In un contesto del genere, il controllo dei molteplici incari-
             chi attribuiti a essa divenne un’importante posta in palio per il potere
             oligarchico della città e la gestione del commercio cerealicolo si tra-
             sformò giocoforza in un obiettivo primario, ma anche in uno strumento
                                                                              32
             essenziale, della competizione politica all’interno della Repubblica .
                La maggior tutela alimentare che l’Abbondanza e le altre istituzioni
             annonarie accordarono a Lucca rispetto al suo contado fu il riflesso di
             una politica differenziata di conservazione della quiete sociale, alla cui
             urgenza il governo locale attribuiva una gradazione differente in rapporto
             al contesto spaziale di riferimento e alla distanza geografica tra le varie
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             comunità rurali e la capitale-dominante . La quiete che si voleva pre-
             servare attraverso l’annona, infatti, era anzitutto la quiete cittadina, e
             con essa la quiete delle adiacenti Sei Miglia; ciò accadeva perché la liber-
             tas da tutelare era essenzialmente quella su cui si fondava il potere poli-
             tico-economico del patriziato, che a Lucca era di esclusiva estrazione




                30  Asl, Offizio sopra l’Abbondanza, n. 2, I, c. 1r; Asl, Libri di corredo alle carte della
             Signoria, n. 2, cc. 1r-44r.
                31  Cfr. Sommario delle cose della città di Lucca, in N. Machiavelli, Opere, I, a cura di
             C. Vivanti, Einaudi-Gallimard, Torino-Paris, 1997, pp. 715-721.
                32  Sull’annona come allettante opportunità politico-economica tra interessi privati e
             risorse pubbliche, spesso al limite del lecito, si vedano anche: J.-C. Waquet, De la cor-
             ruption. Morale et pouvoir à Florence aux XVII et XVIII siècles, Fayard, Paris, 1984, pp.
                                                       e
                                                 e
             40-76; E. Grendi, Il Cervo e la repubblica. Il modello ligure di antico regime, Einaudi,
             Torino, 1993, pp. 95-105; G. Vertecchi, Il «masser ai formenti in Terra Nova». Il ruolo delle
             scorte granarie a Venezia nel XVIII secolo, CROMA-Università degli Studi Roma Tre,
             Roma, 2009, pp. 101-141; L. Parziale, Nutrire la città. Produzione e commercio alimentare
             a Milano tra Cinque e Seicento, FrancoAngeli, Milano, 2009, pp. 45-100; M. Martinat, Il
             Consolato e l’Annona. La gestione dell’approvvigionamento alimentare a Lione in età
             moderna: tra interessi particolari e pubblica utilità, «Storia urbana», n. 134 (2012), pp.
             95-113; G. Macrì, Il grano di Palermo fra ‘500 e ‘600 cit., pp. 87-110.
                33  Cfr. M. Giuli, Legge, contrabbando, territorio. L’annona lucchese tra Sei e Settecento,
             «Quaderni storici», n. 139/1 (2012), pp. 161-190.


             n.41                         Mediterranea - ricerche storiche - Anno XIV - Dicembre 2017
                                                      ISSN 1824-3010 (stampa)  ISSN 1828-230X (online)
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